mercoledì 31 marzo 2010

Su Facebook i giovani di Spinazzola si interrogano sul perchè delle tante morti di tumore in città.

Nel processo per il grano contaminato da Ocratossina importato da Casillo dal Canada nel 2005,ritenuto cancerogeno per l'alimentazione umana e animale, l'amministrazione Comunale su sollecitazione della consigliera Franca Carbone,Italia dei Valori, si costituisce parte civile.


La denuncia che portò al sequestro della motonave Loch Alyn partì da Michele Lovaglio, presidente della Coldiretti di Spinazzola

Nel procedimento penale pendente presso il Tribunale di Trani che vede imputati Francesco Casillo e Alessio Di Maggio per l’importazione del grano proveniente dal Canada, trasportato con la motonave Loch Alyn, contaminato da Ocratossina, la Giunta del Comune di Spinazzola, presieduta dal sindaco Carlo Scelzi, ha deliberato la costituzione a giudizio di parte civile. Il processo riprenderà il 15 aprile con una nuova composizione del collegio giudicante. Il rinvio a giudizio per i due imputati è stato firmato dal pm Antonio Savasta. Francesco Casillo è accusato nella qualità di cooaministratore e gestore di fatto della Molino Casillo Francesco srl di avere introdotto sul territorio Nazionale mediante importazione, acquisto e successivamente trasformato mediante miscelazione con altro grano, tonnellate 26.597,140 di grano duro contaminato da Ocratossina, sostanza cancerogena rilevata oltre i limiti di legge, rendendolo pericoloso alla salute pubblica e per aver commercializzato a terzi il prodotto lavorato, distribuendolo per il consumo sul territorio italiano. Alessio Di Maggio, direttore tecnico dell’azienda speciale “Samer” della Camera di Commercio di Bari è imputato perché, secondo l’accusa, al fine di consentire a Casillo Francesco di eludere le investigazioni e occultare la contaminazione da Ocratossina, redigevano certificati falsi attestanti l’insussistenza della micotossina. L’incarico alla costituzione di parte civile è stato affidato all’avv. Vito Spano dell’ufficio avvocatura comunale. La Giunta ha fatto propria la richiesta espressa in Consiglio Comunale dalla consigliera dell’Italia dei Valori, Franca Carbone, di agire in difesa della salute pubblica. Infatti nella delibera si legge: “la condotta delittuosa che ha trovato propagazione dal territorio di Corato, è stata tale da ledere il fondamentale diritto alla salute nonché alla integrità psico-fisica della collettività spinazzolese, di cui l’amministrazione comunale è ente esponenziale. Va, rimarcato che, ai sensi dello Statuto Comunale, il Comune di Spinazzola è “un ente locale autonomo, rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo ispirandosi ai valori ed agli obiettivi della Costituzione Italiana e dell’Unione Europea”. Orbene, non può revocarsi in dubbio che la tutela alla salute sia il valore più alto per lo sviluppo di una comunità, vero motore di progresso civile”. Ed ispirandosi all’ex art.3 della Costituzione: “la lesione del diritto alla salute, pertanto, contempla senza meno una dimensione pubblica che si sostanzia nella lesione del diritto-dovere pubblico spettante alle istituzioni centrali e periferiche di garantire l’integrità psicofisica delle/dei propri consociati e di eliminare ogni ostacolo di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impedisca il pieno sviluppo delle persona umana. Ne risulta così compromessa la precipua funzione dell’Ente locale territoriale di tutela della collettività e della comunità ubicata nel proprio ambito territoriale nonché dell’interesse pubblico all’equilibrio ecologico, biologico, e sociologico del territorio che l’Ente fa capo”. Le indagini che portarono alla scoperta del grano contaminato da Ocratossina, che il perito del Tribunale prof. Onofrio Laricchiuta ha rilevato essere pericoloso per l’alimentazione umana e degli animali, con conseguenze gravi anche dopo anni, partirono dopo una denuncia indirizzata al pm Antonio Savasta, a firma di Michele Lovaglio di Spinazzola, all’epoca presidente della Coldiretti, già parte civile nel procedimento penale. Una denuncia-querela di un Davide che sfidò la potenza del Golia rappresentato dai grossi interessi industriali dei Casillo. Ora non più solo poiché vede a suo fianco anche tutta la sua città.

La denuncia-querela di Michele Lovaglio
Questo il testo della denuncia-querela datata 20 settembre 2005 inviata al pm Antonio Savasta da Michele Lovaglio, presidente della Coldiretti di Spinazzola: “da alcuni giorni preoccupato dell’andamento del mercato cerealitico ho constatato che la produzione di grano duro pur essendo diminuita quantitativamente e di ottima qualità, giace invenduta nei silos delle cooperative della zona di Spinazzola, con un mercato in diminuzione al quale si aggiunge un aumento dei costi del predetto cereale. Volendo capire il perché il mercato perdesse in maniera contraria alla regola della domanda e dell’offerta, appuravo che nel porto di Bari e nei porti del nord barese, arrivano svariate tonnellate di grano duro proveniente soprattutto dal Canada. Le dette imbarcazioni oltre a portare il suddetto grano di ottima qualità, fanno pervenire grano classificato uso “zootecnico” che invece viene immesso nei canali di commercializzazione per alimentazione umana, falsificando il mercato cerealicolo poiché questo prodotto dovrebbe essere tassato con un prelievo di carattere fiscale diverso per l’uso animale, di tale attività si avvantaggerebbero grossi granai fra cui il granaio di Casillo”.

Nella documentazione del processo tra l'altro si apprende:
Le Acrotossine sono un gruppo di metaboliti strutturalmente simili, prodotti da funghi del genere Aspergillus e Penicillium. Quelle attualmente conosciute sono Acrotossina A (OA) e la B (OB) e delle due quella più tossica è la “A”. La biotrasformazione della OA sia nell’uomo che negli animali porta alla formazione di intermedi metabolicamente attivi probabilmente responsabili dell’azione cancerogena e di altri effetti tossici. Le maggiori notizie sul pericolo delle Acrotossine giunge dal mondo veterinario. Il principale organo bersaglio della OA è il rene ma per dosi sufficientemente elevate si ha tossicità anche a livello epatico. Nel maiale ricorre con carattere endemico in Danimarca e Scandinavia una malattia renale, nota come nefropatia micotossica dei suini. Tale malattia associata all’impiego dei mangimi contaminati da OA, sia per gli aspetti tossicologici, sia per quelli epidemiologici, ha molte analogie con una malattia renale dell’uomo, nota come nefropatia balcanica. La BEN è una nefropatia bilaterale che si manifesta dopo circa 15 anni di permanenza in una delle regioni endemiche ed è caratterizzata da disfunzioni tubolari prossimali con proteinuria e lenta progressione verso l’insufficienza renale. Alcuni studi su diversi animali hanno evidenziato che le micotossine, tra cui la Ocratossina, possono provocare svariate patologie, come la perdita o ridotta capacità produttiva, incrementata dalla compromissione immunitaria. Il cancro può svilupparsi nel fegato, reni, sistema immunitario, tratto digestivo e polmone. Altri effetti sono stati attribuiti alle micotossine quali: la morte embrionale, l’inibizione dello sviluppo ormonale, mentre aborti spontanei associati ad ergotismo sono messi in relazione a presenza di Aflotossine, rubratossine e Zearalenoni in animali gravidi. Inoltre, l’Ocratossina A è una micotossina di tipo fetotossica ed immunosoppressiva e sono ben note le sue attività teratogeniche e carcinogeniche.

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