mercoledì 24 marzo 2010

Un esempio contro gli attacchini abusivi in campagna elettorale



Manifesto selvaggio e violazione della legge sulla propaganda stanno caratterizzando anche a Spinazzola questa tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale. Finita l’epoca dei comizi? Sembrerebbe di si, visto che si preferiscono incontri nei “privé” dei comitati elettorali sorti d’improvviso come funghi, il territorio si presta per natura, per poi scomparire ad urne chiuse. Ma torniamo a manifesto selvaggio che in questi giorni ha impegnato ufficio elettorale, vigili urbani, gli operai dell’ufficio tecnico per rimuovere quelli abusivi. Un vero assalto con due aspetti penalizzanti. Il primo: quello che a spese della collettività si è stati costretti a ripulire gli appositi spazi adibiti all’affissione, assegnati ad ogni partito, ogni qual volta taluni candidati hanno abusivamente apposto nello spazio degli altri il proprio manifesto. C’è ne stato uno che non ha fatto sconti a nessuno occupando in un sol colpo tutti gli spazi elettorali. Quasi sempre, i manifesti rappresentano bei faccioni sorridenti che promettono: legalità, trasparenza, correttezza. Facce giuste per il posto giusto. Secondo aspetto è quello del danno a chi invece correttamente ha affisso nel proprio spazio, nel rispetto delle regole, il proprio invito ad essere votato. Ovviamente una volta ricoperto dai manifesti illegali anche questo faccione scompare. La legge non prevede il ripristino a spese degli abusivi. E così, quel che si assiste da giorni in città dopo le scorribande notturne, perché proprio di notte come manigoldi si procede agli abusi, è che al sorgere del sole tocca ripulire tutti gli spazi elettorali azzerando il loro contenuto. A tal proposito in considerazione del danno e del torto alla propria correttezza viene in mente la strategia attuata durante la campagna elettorale delle europee da Carlo Vulpio, giornalista, candidato indipendente. Il quale vedendo i propri manifesti regolarmente affissi anche nella sua città Altamura, ricoperti da quelli di Clemente Mastella, non ci ha pensato due volte a recarsi a casa di quest’ultimo a Ceppaloni e megafono alla mano ha lasciato davanti all’ingresso della sontuosa villa dell’ex ministro della giustizia: pennello, colla, e propri manifesti chiedendo all’ex guardasigilli di andarli a ripristinare. Un risultato Vulpio riuscì ad ottenerlo. Nell’espugnabile Ceppaloni riuscì ad ottenere cinque voti, anche se questi non servirono comunque a farlo eleggere. Però vuoi mettere! Ecco, se ogni candidato che ambisce ad uno scanno alla Regione agendo nel rispetto delle regole, prendesse come buona abitudine quella di andare a suonare al citofono dell’abitazione del proprio avversario scorretto chiedendogli di ripristinare i suoi manifesti oltre a togliersi una bella soddisfazione di certo contribuirebbe a far mantenere le città pulite, al rispetto della legge, lasciando il personale delle pubbliche amministrazioni, dagli operai agli impiegati intendi a svolgere il loro quotidiano lavoro.

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