mercoledì 21 aprile 2010



SANITÀ E TERRITORIO QUANDO LA STATISTICA È ASSENTE
LA TESTIMONIANZA-ALLARME
Valeria, ex paziente leucemica, scrive a Vendola e segnala: «Con la nuova provincia,
niente più assistenza domiciliare»

IMPRESSIONE INQUIETANTE
Dal Reparto di Oncologia di Bari si ha l’impressione che vi siano troppi casi di
tumore tra Spinazzola e Minervino


«Perché si registrano tanti casi di leucemie e tumori a Trani?»

NICO AURORA
TRANI. «Caro presidente della Regione, Nichi Vendola, mi presento. Mi Chiamo Valeria (nome di fantasia già impegnato dalla Gazzetta in altra circostanza, ndr), ho diciassette anni e da poco più di due mesi sono "uscita" definitivamente da una grave malattia ». Così inizia la lettera che una ragazza tranese, affetta da leucemia linfoblastica acuta, ha scritto al governatore della Puglia per raccontare il suo caso e, partendo da quello, chiedere alle istituzioni di fare ogni cosa per garantire sempre assistenza e conforto alle tante persone, della stessa età ed anche più piccole, che da quella malattia ancora non sono uscite. E tante di loro, purtroppo, neanche ce l'hanno fatta, e mai hanno avuto la forza di scrivere a qualcuno e denunciare le presunte ingiustizie del sistema e le falle di un territorio in cui la malattia s'insinua maligna e cieca, perché quando colpisce non guarda in faccia a nessuno: colpisce e basta. «Il giorno della giornata della donna - racconta Valeria nella lettera al capo del governo regionale - una mia amica è morta per la mia stessa malattia. Ed allora mi domando: perché continuiamo a farci del male?». Valeria ha passato indescrivibili sofferenze per guarire. I primi, terribili cicli di chemioterapia le hanno procurato convulsioni insopportabili e tre giorni di coma farmacologico. La «Gazzetta«, che il 23 dicembre 2008 si occupò del suo caso, ne mutuò la metafora: «A chi ha indossato i guantoni ed è salito sul ring». Valeria su quel ring ha combattuto e vinto grazie alla sua incrollabile forza di volontà ed all'aiuto di persone, medici e non, che ci hanno messo ciascuna un mattone per costruire la casa della sua salvezza. La protagonista della storia ha passato lunghi mesi al Policlinico di Bari, poi tanti altri in casa a fare mantenimento, e poi esami su esami prima di avere le "sue" certezze. Ma si rattrista perché quelle certezze tanti altri non le hanno. E chiede a se stessa e pubblicamente: «Perché a Trani così tanti casi di leucemie e tumori? Perché tanto amianto che ancora si sbriciola dappertutto senza che alcuno faccia nulla? Perché antenne che continuano a sorgere in ogni angolo, persino all'interno del municipio? Gli ultimi due sindaci sono stati medici, quello in carica è persino ematologo, ma si continua a morire di leucemia e tumori». Non meno dura, però, è anche la critica alle istituzioni regionali: «Durante la mia permanenza in ospedale – racconta ancora Valeria - era iniziata quella che chiamano "assistenza domiciliare", una cosa a dir poco fantastica che consentiva di somministrare la chemioterapia a casa, quando possibile, e svolgere esami di routine evitando il ricovero del bambino o del ragazzo. Per alcuni può sembrare una stupidaggine, ma per noi che la viviamo è un sogno. Ma ecco che, nata ufficialmente la nuova provincia Bat, Bari non può più agire nelle nostre città e da noi non c'è neanche un centro oncologico pediatrico. Sarò certamente ignorante in materia - riconosce l‘ex paziente leucemica concludendo la lettera a Vendola -, ma per me e tanti come me tutto questo un senso non ce l'ha».

SPINAZZOLA UN GRUPPO SU FACEBOOK VUOL CONOSCERE IL NUMERO DEI CASI SULLA MURGIA
«Vogliamo capire», in rete le paure degli spinazzolesi

COSIMO FORINA
SPINAZZOLA. «Ho purtroppo avuto la sventura di visitare il reparto oncologico di Bari e da li è partita la mia riflessione quando l'oncologo mi ha informato della grande percentuale di malati ricorsi a lui, tra Minervino e Spinazzola. Lo sapete che ultimamente perdiamo concittadini giovani, quasi ogni mese, a causa di tumori? Io ne ho contati tredici, tutte persone che conoscevo, e so di tanti che soffrono in un letto combattendo questo male. Si e so cosa significa vivere l'impotenza davanti ad un caro che chiede aiuto. L'unica cosa che posso è chiedere cosa sta succedendo? E noi cosa facciamo? Forse è meglio piangere i nostri cari e andare avanti? Far finta che tutto sia normale, ci si ammala ovunque ecc. Comunque io penso ...e a voi una riflessione». Si apre così, con questo primo intervento una delle aree di discussione del gruppo di “Spinazzolesi nel Mondo” presente su Facebook fondato da Antonio Lovaglio e che vede tra i suoi responsabili: Giovanni Carbonara, Laura Lovaglio, Francesco Piarulli, Rosa Varilotta, Antonio Cotturri, Pasquale Catarinella. Giovani che hanno fatto della loro spinazzolesità, della loro condizione di emigranti, una identità unica che oltre a mantenere salde le proprie radici ha scelto come collante la sensibilità del confronto. Tra lo stesso gruppo è partita una raccolta di firme: «Vogliamo Sapere».Finalizzata a chiedere a gran voce un controllo ambientale, del perché delle tante morti o patologie riscontrate tra i cittadini di Spinazzola legate ai tumori. Nessuno, leggendo tra le centinaia di interventi sull’argomento, oltre 750 gli aderenti al gruppo, affida alla casualità il riscontro di patologie e le morti avvenute ultimamente in città per neoplasie. Non si tratta di una strana congiunzione astrale. La sensazione è invece altra, che un insieme di fattori: uso incontrollato dei pesticidi, abbandono e presenza di eternit, discariche abusive, versamento di fanghi tossici sui terreni, poligoni militari, presenza di attività che bruciano non si sa bene cosa, via vai di camion che di notte, come denunciato in passato, possano aver scaricato materiali pericolosi e non ultimo anche il grano all’ocratossina, siano collegabili come concausa dell’aumento dei tumori. Il tono degli interventi, è bene precisarlo, non è di chi vuole fare allarmismo gratuito. Lo dimostra proprio la raccolta di firme dal titolo inequivocabile: “Vogliamo Capire”. Spinta che dovrebbe tradursi per le istituzioni: amministrazione
comunale, Asl, Provincia, Regione, nell’investire in un monitoraggio e controllo del territorio che possa portare, oggi più che nel passato, a rassicurare la popolazione. I cittadini “Spinazzolesi nel Mondo” hanno avuto con determinazione e coraggio, la forza e la volontà di lanciare una pietra nello stagno.

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