domenica 13 giugno 2010


SPINAZZOLA ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA CARCERARIA, SI È CONCLUSA L’ESPERIENZA ORGANIZZATA CON IL LABORATORIO LARA
In carcere la speranza rinasce realizzando oggetti in cuoio e pelle
Il progetto ha offerto ai detenuti riscatto e formazione

• SPINAZZOLA. Quell’intuizione diventata progetto applicato della dott.ssa Mariella Affatato, direttrice dell’Istituto Penitenziario di Spinazzola, di portare all’interno della struttura carceraria esperienze formative per i detenuti come quella della lavorazione artigianale della pelle e cuoio ha attenuto grande concordia.
L’esposizione dei lavori dei detenuti ha suscitato emozioni, curiosità, meraviglia e stima nella capacità verso chi, pur pagando giustamente il proprio debito alla società per le proprie colpe, ha potuto dimostrare, attraverso ogni singolo manufatto, di poter in futuro intraprendere un nuovo percorso di reinserimento sociale attraverso la propria creatività .
Tanto è stato sottolineato dagli ospiti giunti per la mostra «Il percorso del cuoio». Il carcere di Spinazzola è caratterizzato da detenuti sex offenders, sotto utilizzato rispetto alla sua capienza, 36 i detenuti a fronte della possibilità di averne più di cento. Con personale di Polizia Penitenziaria, diretta dall’ispettore superiore Nicola Di Nicoli sotto organico rispetto alle necessità. Ciò nonostante si riesce a far annoverare l’istituto tra i più produttivi nell’ambito delle azioni formativa del detenuto.
Nel “percorso del cuoio” diretto dal titolare della ditta «Lara» di Spinazzola, sono stati esposti set da scrivania, complementi di arredo, diari, agende, quadri in pelle che riproducono scorci caratteristici delle città di provenienza dei detenuti.
Realizzati con l’antica tecnica della tinteggiatura a tampone fatta a mano, utilizzando quali elementi decorativi veri componenti naturali riconducibili al Parco Nazionale dell’Alta Murgia: ramoscelli di ulivo, foglie, spighe di grano. Vere sculture naturali, oggetti unici di alto artigianato. Piena collaborazione, sostegno di questo progetto è più in generale per il carcere è stata espressa dal direttore generale della Asl Bat dott. Rocco Canosa. Così come dall’Ing. Andrea Pugliese, presidente della Confcooperative e dall’assessore provinciale alle politiche sociali famiglia e pari opportunità Carmelinda Lombardi. Alla manifestazione hanno aderito i sindaci di Spinazzola Carlo Scelzi e Ignazio Di Mauro di Poggiorsini, il presidente del Centro Studi Aldo Moro, Pasquale Di Noia e rappresentanti della Bcc di Spinazzola, Legambiente, medici, operatori e assistenti sociali che operano all’interno del carcere.
«Quello di Spinazzola potrebbe ben diventare una fucina sperimentale del saper fare dei detenuti», ha sottolinearlo l’on.Benedetto Fucci, componente della XII commissione degli affari sociali della Camera. Il deputato ha lanciato l’idea, che darebbe la possibilità di proseguire il progetto cuoio nel carcere di Spinazzola, vista la capacità acquisita dai detenuti, di far rilegare loro mini volumi della Costituzione in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia: «pilastro fondante della nostra società, anche per chi vive un momento di disagio». Incontrando uno dei detenuti che ha frequentato il corso ha rivolto l’auspicio: «che questa esperienza sia l’inizio di un nuovo riscatto che possa concretizzarsi dopo il fine pena». Ogni manufatto è un segno dei detenuti, capace di andare oltre il muro di cinta del carcere.

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