sabato 31 luglio 2010



LETTERA APERTA AL SINDACO DI SPINAZZOLA, CARLO SCELZI (CON INVITO A FARSI UNA GITA NEI PAESI DEL PETROLIO IN VAL D’AGRI).

[dI MARIA RITA D'ORSOGNA]
Caro Sindaco Scelzi,
mi chiamo Maria Rita D'Orsogna e in data 24 Luglio 2010 sono stata ospite dei suoi concittadini in
un convegno contro le estrazioni petrolifere a Spinazzola.
Sono un professore universitario e sono venuta apposta dalla California per parlare di un tema che interessa, o dovrebbe interessare, cittadini e amministratori. Mi e' dispiaciuto non averla potuta conoscere di persona e che lei sia andato in ferie proprio il giorno del mio arrivo.
La ringrazio per avere concesso di poter utilizzare la piazza principale di Spinazzola, ma in generale
l'ospitalità che lei come Sindaco mi ha riservato e' stata fra le meno accoglienti che io abbia mai ricevuto in tre anni di lavoro in giro per Italia. E' stato molto umiliante sentire che il sindaco non
abbia voluto dare le sedie e che ha autorizzato la presenza di un gazebo (rimasto vuoto tutta la sera)
per ostacolare la visuale dei cittadini. Spero che lei convenga con me che e' stato un gesto infantile,
che io ho interpretato come un dispetto immeritato verso di me, nonché indegno di un Sindaco.
Non capisco perché lei si sia voluto sottrarre al dibattito e abbia tenuto questo atteggiamento senza
neppure conoscermi, senza neppure sentire cosa avevo da dire, e mettendo il bastone fra le ruote
anche ai cittadini che avevano interesse a saperne di più.
Sono un cittadino libero, so quello di cui parlo e non ho interesse di parte.
In una democrazia vera si ascoltano tutte le voci e poi si decide, e siccome trivellare e' una delle
attività più invasive che possano esserci per un territorio, sarebbe stato opportuno quanto meno
iniziare un dibattito fra le diverse posizioni.
Mi pare di capire che lei sia l'unico sindaco di tutto il comprensorio a volere la petrolizzazione, e
che anche la stragrande maggioranza dei cittadini di Spinazzola siano contrari. Nella mia opinione,
chi governa deve farsi interprete della volontà popolare senza aver paura dei poteri forti, deve
battersi per le cose giuste e per il bene della sua gente, senza inchinarsi ne alla Aleanna Resources
ne al prepotente di turno.
Anche se lei non ha voluto ascoltare me, basta solo che lei vada a farsi una gita in Val d'Agri e che
parli coi cittadini di quella zona per capire quanta devastazione abbiano portato le trivelle in quell'area. Lasciare che la Aleanna Resources “esplori” il suo territorio la renderà complice degli
stessi effetti nefasti sul territorio e sulla salute pubblica di cui i lucani si lamentano. Perché vede, i
petrolieri prima esplorano e poi bucano, sfruttano e inquinano, lasciando una scia di distruzione e
morte dietro di se.
Infine le assicuro che se lei voleva venire a Santa Monica in California a parlare dell' utilità delle
estrazioni petrolifere, con le adeguate credenziali tecniche e scientifiche, la nostra città le avrebbe
dato spazio, sedie e microfoni e poi avremmo dibattuto lungamente ma civilmente, perché ci
teniamo alla pluralità delle voci, alla trasparenza e alla partecipazione democratica.
Colgo l’occasione per ringraziare i cittadini di Spinazzola che con la loro presenza, interesse e partecipazione hanno sopperito in maniera eccellente alla mancanza di ospitalità da parte del Sindaco Scelzi verso me e verso gli altri ospiti della serata - Carlo Vulpio giornalista, inviato del
Corriere della Sera e Michele Di Lorenzo, Vice presidente dell' Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Il Link della Conferenza di Spinazzola:
http://www.ustream.tv/recorded/8485537

venerdì 30 luglio 2010



SPINAZZOLA AL CENTRO DEL FILMATO, LA SCRITTA CHE IGNOTI AVEVANO AFFISSO IN PIAZZA SAN SEBASTIANO LA NOTTE PRIMA DEL CONVEGNO «NO ALL’ITALIA PETROLIZZATA»
Striscione antipetrolio, è polemica
L’assessore De Florio mette in internet un video e punta l’indice sulla «bomba»
COSIMO FORINA • SPINAZZOLA. E lo striscione contro la petrolizzazione finisce su Yuotube. Quello che ignoti avevano affisso in piazza San Sebastiano la notte prima del convegno organizzato dal comitato “No all’Italia petrolizzata” sul quale era stato scritto: «Ricerca Petrolio, sui quindici Comuni solo uno ha detto si, Spinazzola, Vergogna» sparito ieri mattina. Sullo stesso, oltre alla frase, era disegnata una “bomba” con una sigla di probabile ispirazione anarchica. Nel riportare la
cronaca della conclusione del convegno, nell’articolo apparso sulla “Gazzetta”, l’iniziativa di affiggere quello striscione era stato chiaramente stigmatizzato. Non devono averla pensata cosi altri. Infatti, si sono appropriati dello striscione e questo è diventato un cortometraggio pubblicato sul web. A diffonderlo su «Facebook», l’assessore Giovanni Michele Deflorio. Il quale nella foto del suo profilo appare simpaticamente mentre mangia, presumibilmente, uno stinco di maiale. Il video è introdotto da stralci dell’articolo aggiungendo forme dubitative: «e nella notte, ignoti(?) sulla piazza avevano affisso uno striscione: “Ricerca Petrolio, sui quindici Comuni solo uno ha detto si, Spinazzola, Vergogna”. Commento: “Anche questa, più che una provocazione, è apparsa una libertà di espressione, un invito a riflettere........” Su cosa??? Sul fatto che altrimenti vi facc...iamo saltare in aria!!! Notate il particolare».
Il video chiamato “Lo striscione della vergogna“ ha come sfondo musicale “Bomba o non Bomba” di Antonello Venditti, si sofferma sul disegno della bomba, mentre scorrono le seguenti frasi: «Anche questo per qualcuno è libertà di espressione». Prosegue il commento scritto: «da questo stranamente nessuno dei nostri famosi moralizzatori ha ancora preso le distanze. Per molto meno nel recente passato, si sono scritti fiumi di parole!!! Bye Bye». L’amministrazione Comunale di Spinazzola, unica a dirsi favorevole alla ricerca petrolifera come è noto non ha patrocinato il convegno, non ha dato disponibilità a prestare le sedie giunte dal vicino Comune di Poggiorsini, ha lasciato che venisse piazzato un enorme gazebo in ferro sulla piazza giusto il giorno prima della manifestazione.
Ed ora a cosa punta con il suo assessore? A dire forse che chi è contro la petrolizzazione in ragione dei dati scientifici riportati ampiamente nel convegno, dove né sindaco e suoi adepti hanno partecipato, sono bombaroli capaci di far saltare in area la gente? Peccato invece che non si è compresa l’opportunità di confrontarsi su di un tema, quello della petrolizzazione, che come sancito dalla Convenzione di Aarhus, ratificata in Italia dal 2001, dovrebbe vedere i cittadini in diritto essere informati dalle autorità pubbliche nei processi decisionali e all’accesso alla giustizia in materia di ambiente

lunedì 26 luglio 2010

Live Broadcasting by Ustream



Conferenza anti petrolizzazione? Niente sedie
post pubblicato in Ambiente, il 26 luglio 2010
(No oil? No party)
di Hermes Pittelli ©

Organizzi una conferenza scientifico divulgativa per informare i cittadini sugli impatti della filiera petrolifera su salute umana e ambiente? Allora il comune non patrocina l’evento, non concede le sedie per i relatori e per i cittadini, fornisce invece ad un bar il permesso di allestire improvvisamente un gazebo sulla piazza dove è previsto il convegno. Sembra l’episodio di qualche film con Totò e Peppino, accade invece in Italia, nelle Murge, protagonista del dispettuccio il sindaco di Spinazzola (ex provincia di Bari, attuale BAT), Carlo Scelzi (ex Margherita, attuale Pd).
Ma forse bisogna prima spiegare l’antefatto. Una delle solite, famigerate multinazionali del petrolio – in questo caso la AleAnna Resources LLC – presenta la richiesta per trivellare alla ricerca di oro nero un’area di 561 kmq, su cui si trovano 13 comuni della Basilicata e 2 della confinante Puglia. Il ‘lodevole’ progetto, ribattezzato ‘Palazzo San Gervasio’, è respinto al mittente dai 13 comuni lucani (dove ormai il petrolio è più odiato della peste bubbonica di manzoniana memoria) e da uno dei due comuni pugliesi interessati, Minervino Murge. L’altro, Spinazzola appunto, per bocca del già citato Scelzi esprime parere affermativo, considerando l’eventuale presenza e sfruttamento di idrocarburi una leva di sviluppo per il territorio.
Meglio si comprende ora perché la conferenza ‘Cui prodest? (A chi giova?) organizzata su iniziativa dell’attivissimo e pugnace giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Cosimo Forina (uno dei promotori del comitato civico spontaneo ‘No all’Italia petrolizzata’), reo di aver invitato in qualità di relatori l’avvocato Michele Di Lorenzo vicepresidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Carlo Vulpio giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera (confinato alla Cultura dall’ex direttore di via Solferino, Paolo Mieli) e l’Erin Brockovich d’Abruzzo, la Professoressa Maria Rita D’Orsogna, abbia suscitato un panico scomposto nel primo cittadino.
La serata è stata un successo strepitoso. Le seggiole negate, sono state fornite dal contiguo e solidale comune di Poggiorsini. Seggiole occupate da 200 persone, tra cui molti giovani, ansiosi di capire se la favola propagandata da Big Oil – petrolio = ricchezza per tutti – possa mai avverarsi.
La risposta più drammatica e lampante è fornita proprio dalla vicina Val d’Agri.
Il miraggio di diventare sceicchi, l’oro nero come garanzia di benessere perenne che si trasforma nell’incubo di un presente e soprattutto un futuro neri: falde acquifere avvelenate, colture agli idrocarburi (perfino il miele), 4.000 giovani che ogni anno scappano dalla propria terra, aumento vertiginoso delle patologie tumorali, la benzina più cara d’Italia quasi un contrappasso per aver peccato di tracotanza. Ma anche i fanghi e i fluidi perforanti utilizzati per le trivellazioni, le installazioni a mare e in terraferma che poi restano per 20/30 anni a deturpare i territori e sputare veleni nell’ambiente, i rischi della subsidenza e della sismicità, i pochi spiccioli delle royalties italiane utilizzati per ‘comprare’ le risorse e la salute dei popoli colonizzati dall’avidità dei petrolieri.
Tutto spiegato con la consueta passione dalla Professoressa D’Orsogna, la Scienziata dei Due mondi che trascorre le proprie vacanze tra decine di conferenze per informare le popolazioni italiane sulla petrolizzazione.
Non meno vibrante l’intervento di Carlo Vulpio. Capace di scuotere la politica locale e metterla di fronte alle proprie responsabilità. Il precedente primo cittadino, Savino Saraceno (Alleanza Nazionale) e l’attuale (in teoria di centrosinistra) sindaco, diventano Stanlio e Ollio. Scelzi, colui che nega le sedie, si guadagna la patente di ‘ignorante’, nel senso che ignora la materia ambientale e i gravi rischi connessi all’attività industriale legata al petrolio e “se avesse partecipato alla serata magari avrebbe imparato qualcosa”. Assente auto giustificato come tutti i rappresentanti municipali della giunta, della di maggioranza e perfino dell’opposizione. Vulpio, autore di vere inchieste, quindi scomode (finite nei libri ‘Roba nostra’ e ‘La città delle nuvole’, incentrato sulle nubi di diossina che stanno uccidendo Taranto), rammenta l’importanza, la dignità e il ruolo fondamentale delle pecore e degli agnelli (e delle api) nella storia e nell’evoluzione dell’uomo. Se gli animali si ammalano e muoiono colpiti da morbi terribili è un preoccupante segnale d’allarme: l’ambiente che condividono con l’essere umano è inquinato. Ignorare questi segnali precisi, ignorare i grovigli tra politica, affarismo spietato, industria senza regole né limiti (ridicoli quelli stabiliti dalla legge italiana relativi alla tolleranza alla diossina e all’idrogeno solforato, superiori di migliaia o decine di volte ai valori stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità) significa correre stupidamente verso l’ecatombe.La colpa è certo della politica connivente con i grandi interessi industriali, ma una percentuale vasta di responsabilità appartiene ai cittadini; che non si informano, non si assumono la responsabilità della democrazia (bella, ma che ci condanna – come diceva Thomas Jefferson III presidente degli Usa – all’eterna vigilanza), non pretendono dai propri dipendenti nelle amministrazioni che lavorino per il bene comune, ignavi e passivi, come se il compito civico e politico si esaurisse vergando una ‘x’ sulla faccia di un candidato scelto da altri e che spesso nemmeno conoscono.Vulpio in questo senso sferza gli abitanti di Spinazzola (ma riguarda tutti gli italiani): “Cinquemila contadini ignoranti, senza nemmeno licenza elementare, sulle Ande colombiane sono stati in grado di respingere le trivelle. E voi che fate?”.
Un interrogativo che galleggia nell’aria, come l’altro, scandito con precisione dall’avvocato Di Lorenzo, quesito fondamentale, in quanto vero cardine della guerra contro la petrolizzazione italiana:
“Qual è il modello di sviluppo che noi riteniamo plausibile per il nostro futuro?”.
(Ringraziamenti: a Cosimo Forina e alla moglie Franca, per la disponibilità e la 'banca dati'; alla Prof. D'Orsogna, scienziata per Amore dell'Ambiente, della Democrazia, della Vita)

Video Intervista a Maria Rita D’Orsogna

http://www.youtube.com/watch?v=NXZz9ZdGY3o&feature=player_embedded

Video Convegno Spinazzola

http://www.ustream.tv/recorded/8485537

domenica 25 luglio 2010

Il Convegno a Spinazzola del 24 luglio 2010 sulla richiesta avanzata dalla società texanna AleAnna Resources LLC:
Cui prodest? (a chi giova) Petrolio ricerca e trivellazione progetto Palazzo San Gervasio"
Gli interventi:
dott.sa Maria Rita D'Orsogna (Fisico, Docente Dipartimento di Matematica California State University - Northridge)
dott. Carvo Vulpio (Giornalista, inviato del Corriere della Sera. Autore del libro "Roba Nostra" e La Città delle Nuvole".
Avv. Michele Di Lorenzo ( Vice presidente dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia)
Moderatore: Cosimo Forina (Giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno)

Live Broadcasting by Ustream

lunedì 19 luglio 2010


EOLICO SULLA MURGIA L’OMBRA DELLA «P3»
SEMPRE PIÙ COMPLESSI I RISVOLTI DELL’INCHIESTA «VENTUS»

COSIMO FORINA • SPINAZZOLA. Per chi e per cosa girano le pale eoliche. La nuova loggia massonica denominata “P3” figliastra della più nota “P2” passa o è passata con i suoi interessi anche dalla Murgia? L’interrogazione parlamentare dall’Italia dei Valori, firmatari gli onorevoli: Pierfelice Zazzera,Federico Palomba, Ignazio Messina, Leoluca Orlando, Domenico Scilipoti e Antonio Borghesi, presentata alla Camera dei Deputati nel “Question Time” sull’eolico, con riferimento all’inchiesta “Ventus ” condotta dal Comando Forestale di Gravina, interessate le città di Minervino Murge e Spinazzola e all’inchiesta “Eolo”, Mazzara del Vallo, che vedeva anche alcuni imprenditori operanti sulla Murgia, arrestati, aveva portato il ministro per il rapporto con il parlamento Elio Vito a rispondere che: «il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico».
«Le prime tre procure, riferiva il ministro Vito, hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo». Dal 15 maggio il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci risulta essere indagato nell’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’energia eolica nell’isola. A Roma, nella medesima inchiesta, sono indagati anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini, costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi, il direttore dell’Arpas Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis Pinello Cossu, il commissario dell’Autorità d’ambito Franco Piga e l’uomo d’affari Flavio Carboni. E cosa c’entra la Murgia con questo terremoto politico giudiziario che vede attive sette procure compresa quella dell’antimafia, nonché la commissione parlamentare antimafia, che sta sconquassando l’Italia e con gli arresti susseguiti a quella data con l’accusa della violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi? Nel primo si afferma che si «considerano associazioni segrete e come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione quelle che, anche all'interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali, ovvero rendendo sconosciuti, in tutto o in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici, anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale». A fare da filo conduttore in questa intricata vicenda è apparso Luigi Franzinelli in stretto contatto con Carboni, noto per avere piantato pale e impianti eolici in mezza Italia, Murgia inclusa. La sua storia giudiziaria, come ricostruito nell’interrogazione dell’Idv, parte nel febbraio dello scorso anno nell'ambito dell'indagine “Eolo”, quando venne arrestato insieme al consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), a Giovan Battista Agate, con precedenti, di Mazara del Vallo, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della Sud Wind srl, era di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando auto a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja lo ha condannato a 2 anni con rito abbreviato. Fino all’ar resto del faccendiere Flavio Carboni, del geometra Pasquale Lombardi, ex esponente della DC e dell’imprenditore Arcangelo Martino per violazione della legge Anselmi ed per altri reati, si è solo pensato che nell’affare vento ad avere interesse era politica e mafia. Ora gli italiani guardando le pale girare si pongono altre inquietanti domande: stanno producendo anche interessi per logge segrete che mirano a destabilizzare gli interessi e le regole dello Stato?


EOLICO E LOGGIA SEGRETA P3 ORA IL CERCHIO SI STRINGE
TRA TESTIMONI E INDAGATI SFILERANNO IN PROCURA, A ROMA, UN SOTTOSEGRETARIO E UN GOVERNATORE
IN CALENDARIO, TRA QUANTI VERRANNO ASCOLTATI, ANCHE L’EX PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE

• ROMA. Una pausa di riflessione, l’esame degli elementi raccolti e la valutazione di altre posizioni. È il programma di lavoro, per la prossima settimana, degli inquirenti romani che indagano sulla cosiddetta società segreta denominata P3 (come logica conseguenza della più nota loggia massonica P2 oggetto di indagine anni fa).
Non sono previsti interrogatori, almeno al momento non sono in calendario, e i magistrati che sono stati incaricati di seguire il fascicolo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, saranno impegnati anche in udienze del tribunale del riesame, quindi hanno in calendario attività che ne impegneranno inevitabilmente il tempo che invece avrebbero dovuto dedicare all’ascolto delle persone coinvolte nel caso P3. Peraltro, tra i casi che sono all’attenzione del tribunale del riesame ci sono anche quelle, connesse alla questione della presunta società segreta, per la richiesta di revoca delle ordinanze di custodia cautelare notificate nei giorni scorsi all’imprenditore Arcangelo Martino, ritenuto, insieme con Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, uno degli artefici della lobby di potere occulta, e Lorenzo Cola, il consulente di Finmeccanica finito in carcere nel quadro di un’inchiesta che avrebbe al centro un’operazione di maxiriciclaggio di danaro attribuita a Gennaro Mokbel.
La ripresa degli interrogatori, dunque, non potrà che avvenire non prima della settimana successiva a quella che comincia oggi. Se non dovessero esserci altre novità di rilievo, è probabile che si par ta il 26 luglio, quando si potrebbe dare il via alle audizioni secondo un calendario che, visto l’elenco delle persone ancora da sentire, potrebbe annunciarsi davvero fittissimo.
Dopo che, nei giorni scorsi, quando sono emersi sulla stampa i primi elementi salienti dell’inchiesta su P3 ed eolico, ci sono state le audizioni del governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (poi dimessosi proprio a seguito delle polemiche scaturite da un suo possibile coinvolgimento) e dell’ex assessore regionale della Campania, Ernesto Sica, seguiranno quindi nuove convocazioni in procura tanto tra coloro che sono stati indicati come testimoni tanto tra coloro che risultano al momento indagati.
Intanto, a quanto si apprende, nuove iscrizioni potrebbero prospettarsi a breve, non appena esaurita la fase di valutazione delle posizioni di soggetti i cui nominativi compaiono nelle carte processuali acquisite a seguito delle attività d’investigazione e soprattutto nella trascrizione delle intercettazioni telefoniche.
Tra i personaggi eccellenti destinati a varcare a cavallo tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto l’ingresso di piazzale Clodio, sede della Procura della Repubblica del tribunale di Roma, ci sono, tra gli altri, l’attuale sottosegretario alla Giustizia Giacomo Cal i e n d o, l’ex presidente della corte di cassazione Vincenzo Carbone, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il presidente della corte di appello di Milano Alfonso Marra, il capo dell’ispettorato del dicastero della Giustizia Arcibaldo Miller e l’ex avvocato generale della Cassazione Antonio Martone.

LE REAZIONI CONFERMATI ANCHE DAL MONDO POLITICO I GRANDI APPETITI DEL SETTORE D’INVESTIMENTO. E LA PUGLIA HA PIÙ POTENZA INSTALLATA DELLA CINA
TREMONTI: «È L’AFFARE DEGLI AFFARI»

Il ministro dell’Economia sull’inchiesta eolico: «È venuta fuori una cassetta di mele marce»
• Il ministro Tremonti parla a tutto campo e, in una lunga intervista nella quale si occupa anche dell’inchiesta sulla P3 e sull’eolico in Sardegna, affronta anche il tema della questione morale. Per Tremonti, «l’eolico è il business dei business», ma quanto a chi ha messo in atto il caso, «non si tratta solo di una mela marcia» ma «è venuta fuori una cassetta di mele marce». Tuttavia, aggiunge, «l'albero e il frutteto non sono marci». L’invito del ministro è a distinguere tra «reati e peccati».
Tremonti avverte che la questione morale è «una questione generale, non del centrodestra» perché «troppo spesso i fondi pubblici sono una pipeline per gli affari».
Intanto, a proposito della produzione di energia da fonti rinnovabili, al centro degli appetiti che avrebbero mosso l’organizzazione affaristica che i magistrati stanno cercando di stanare, va detto che proprio la Puglia è la regione che vanta il primato della maggior produzione di elettricità da solare, seguita da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte. Ed è sempre la Puglia la regione che lo scorso anno ha maggiormente incrementato la produzione da impianti fotovoltaici, con 72 gigawattora in più pari ad oltre un terzo dell’intera crescita (37,3%), seguita dalla Lombardia e dal Piemonte. Non solo: nel confronto internazionale la piccola Puglia batte addirittura il gigante Cina per potenza di impianti solari installati, 161 Mw contro i 160 cinesi. È questo il quadro di riferimento che emerge da un’indagine dell’ufficio studi della Confartigianato.
Ma è l’Italia stessa ad occupare una posizione di primissimo piano sul fronte dei pannelli solari. Sulla base dei dati 2009 dell’European PhotoVoltaic Industry Association (Epia), l’Italia è infatti il secondo mercato al mondo nel fotovoltaico con il 9,9% della potenza installata nell’anno, dietro alla Germania che da sola rappresenta il 51,6% del mercato mondiale. Inserendo nel ranking mondiale il Mezzogiorno e il Centro Nord, emerge che le due aree del nostro Paese ricoprono entrambe una posizione di rilievo nel mercato mondiale collocandosi, rispettivamente, al quarto e al sesto posto della classifica: i 422 Mw del Centro Nord sono pari al 5,7% del mercato mondiale; i 289 Mw installati nel Mezzogiorno, sono pari al 3,9% del mercato mondiale pari alla potenza installata in Francia, Spagna e Portogallo messi insieme.
Così, sempre nel confronto internazionale, si osserva che nel 2009 la Puglia ha registrato una potenza installata di impianti fotovoltaici (161 Mw) pari a quella di tutta la Cina (160 Mw). L’incremento registrato in Lombardia (77 Mw) è superiore a quello dell’intera Spagna (69 Mw12). L'energia verde è anche fonte di occupazione e ottimo traino di ripresa: sempre secondo l’ufficio studi Confartigianato, nel primo trimestre 2010, anche dopo un anno di forte recessione, il settore delle imprese potenzialmente interessate alle fonti rinnovabili registra una crescita del 2,7%, più accentuata nel Mezzogiorno (+4,1%) e nel Centro (3,6%) mentre nel Nord la crescita è robusta ma con uno spunto minore (1,5%). Nel primi tre mesi in Italia vi sono poi 86.079 aziende (prevalentemente imprese di installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione), potenzialmente interessate dalle fonti rinnovabili, con una stima di 332.293 occupati e una dimensione media per impresa di 3,9 addetti.
«DA NOI NIENTE FAR WEST SULLE FONTI RINNOVABILI»
L’ASSESSORE NICASTRO: «UN CODICE ETICO PER GLI IMPRENDITORI»
di GIUSEPPE ARMENISE

• Grande affare, grandi interessi. E la Puglia che, quanto a produzione di energia da fonti rinnovabili, non è seconda nessuno, come si difende? Sul ponte di comando dell’assessorato alla Qualità dell’Ambiente, il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, appena rieletto, ha voluto un magistrato. E qualcuno ipotizza che, proprio in funzione della grande corsa alle energie rinnovabili (con grande rischio di speculazione), nessuno meglio di chi ha svolto il lavoro di investigatore per anni potesse svolgere il ruolo di garanzia e controllo che si richiede. Senza dimenticare, tuttavia, che le politiche sulle energie rinnovabili sono, quante alle linee di pianificazione e alle autorizzazioni degli impianti, in capo ad un altro assessorato, quello dello Sviluppo economico.
Assessore Nicastro, cosa accade con la corsa alle rinnovabili in Puglia?
«Accade che siamo la regione che ha impegnato molto più di altre, in termini di territorio, per far crescere la quota di energia pulita prodotta da fonti che non si esauriscono».
Appunto, quest’Eldorado potrebbe attirare più di un appetito. E allora?
«E allora bisogna tenere la soglia d’attenzione particolarmente alta. Per questo, a parte gli aspetti immediatamente riconducibili a fatti di reato per i quali è competente la magistratura, occhi ben aperti su progetti grossi o su progetti di grande impatto ambientale e sui quali gli imprenditori fanno un grande sforzo economico. Occorrerà verificare qual è la reale compagine societaria che c’è dietro, se cioè dietro impianti di migliaia di megawatt di potenza ci sono capacità imprenditorialità capaci di sostenere l’intervento. Questa situazione, sia chiaro, deve indurre in noi cautela, non necessariamente sospetto. Cautela da parte di chi ri lascia le autorizzazioni».
Visto il vento che tira, sarebbe il caso di mettere mano a un codice etico delle imprese del settore energie rinnovabili?
«Ma, guardi, il mio assessorato si occupa solo di pareri tecnici. Non ho appurato se l’assessorato allo Sviluppo economico ha pensato in qualche modo di creare procedure virtuose per le autorizzazioni. Ma credo che si possa tranquillamente pensare a una procedura del genere e si potrebbe fare in modo sinergico con gli imprenditori che sono tanti - e sono seri - a occuparsi di energie rinnovabili sul territorio. Una procedura del genere sarebbe nel loro e nel nostro interesse».
Intanto qualcuno comincia a criticare l’eccessiva diffusione degli impianti da energie rinnovabili ad esempio in ragione dell’eccessiva occupazione di suolo. Un ultimo studio di Confartigianato dice che da noi c’è una potenza installata persino superiore a quella della Cina. Non è che
tutti questi primati sono funzione più della spinta dei capitali privati che di altro?
«Ogni volta che parlo di questi temi ricordo che noi abbiamo una stella polare nel nostro operato di amministratori che è l’art. 11 dello statuto regione il quale stabilisce che lo sviluppo economico, e questo vale ovviamente anche per le fonti rinnovabili, deve avvenire tenendo presenti le peculiarità del territorio. Non si può snaturare una regione a vocazione agricola e enogastronomica, trasformandola in una megacentrale a cielo aperto. Non credo proprio che si corra il rischio che lei paventa».
Di fronte a queste ragioni di equità non c’è il rischio che l’Eldorado ridiventi la regione delle strettoie burocratich e ?
«Mah, ci sono questioni di buon senso che ci aiutano ad evitare strumentalizzazioni. Le energie sono una risorsa per l’economia e per chi, con piccoli impianti, la produce per sé o per poi venderla. Il punto è questo: se l’energia prodotta viene utilizzata ha un senso, se no, se deve essere prodotta e sprecata, beh diventa paradossale. Noi teniamo la barra al centro per tenere insieme le ragioni dell’economia e quelle dell’ecolo - gia. Nessuno può pensare a che in Puglia viga una sostanziale deregulation e che la nostra diventi una terra senza frontiere, un far west».

LE RICADUTE IL NOME DI UN IMPRENDITORE FINITO NEL FILONE «P3» HA OPERATO ANCHE IN PUGLIA
Quel filo sottile che lega la Murgia alla Sicilia

di COSIMO FORINA
• SPINAZZOLA. Murgia e ipotesi di nuova loggia massonica «P3» cos’hanno in comune? Sino all’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’eolico in Sardegna - coinvolti il governatore di quella regione Ugo Cappellacci, il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi , il direttore dell’Arpa Sardegna, Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis, Pinello Cossu, il commissario dell’Autorità d’ambito Franco Piga e l’uomo d’affari Flavio Carboni - nessuno si sarebbe azzardato a mettere le due cose in connessione. Ma c’è un nome, Luigi Franzinelli, che farebbe da filo conduttore.
L’uomo sarebbe in stretto contatto con Carboni ed è noto per avere piantato pale e impianti eolici in mezza Italia, Murgia inclusa. Dai deputati dell’Italia dei Valori, Pierfelice Zazzera, Federico Palomba, Ignazio Messina, Leoluca Orlando, Domenico Scilipoti e Antonio Borghesi, il primo segnale in un’interrogazione presentata nel «Question Time» sull’eolico, con riferimento alle inchieste «Ventus» condotta dal Corpo forestale di Gravina di Puglia - interessate le città di Minervino Murge e Spinazzola - e «Eolo», a Mazara del Vallo, col coinvolgimento di imprenditori operanti sulla Murgia.
Ecco parte della risposta all’interrogazione: “il ministro della Giustizia, Angelino Alfano ha chiesto alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito a infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico. Le prime tre procure hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso». Stando all’inter - rogazione Idv il nome di Franzinelli emerge nell’indagine «Eolo» al punto che viene arrestato insieme al consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), e a Giovan Battista Agate, pregiudicato, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della Sud Wind srl, è di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando automobili a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja lo ha condannato a 2 anni con rito abbreviato. Fino all’arresto di Flavio Carboni, del geometra Pasquale Lombardi, ex esponente DC e dell’imprenditore Arcangelo Martino, si era pensato che nell’affare vento ad avere interesse fossero politica e mafia. Ma ora le inchieste in corso promettono di rivelare nuovi, inquietanti scenari.

venerdì 16 luglio 2010


POTRAI SEGUIRE QUESTO EVENTO IN DIRETTA STREAMING DA QUESTO BLOG E DA www.ilgrillaio.blogspot.com
Il comitato spontaneo dei cittadini di Spinazzola “No all’Italia petrolizzata” in seguito alla richiesta di ricerca e estrazione presentata dalla società statunitense Aleanna Resourrces LLC con il progetto denominato “Palazzo San Gervasio” che investe 15 città su una estensione di 561kmq, ricadenti nel territorio della Puglia e Basilicata, tra cui quello di Spinazzola, ha organizzato un convegno informativo su questa delicata tematica per il giorno 24 luglio alle ore 19,30 in piazza San Sebastiano. Tra i relatori, ospiti del nostro comitato, vi sarà proveniente dagli USA: la dott.sa Maria Rita D’Orsogna. paladina dell’ambiente: Fisico, Docente al Dipartimento di Matematica della California State University, a Northridge. ricercatrice nel campo della Statistica meccanica, nei modelli matematici e nella simulazione computerizzata. Autrice di decine di pubblicazioni, in gran parte incentrate sui modelli matematici applicati alla biologia. La docente della State University è referente della Physical Review Letters, della Physical Review E, dell'Institute of Electrical and Electronics Engineers Conference Proceedings, e membro dell'American Physical Society, della Società per le applicazioni matematiche per l'industria, e della Biophysical Society; Il dott. Carlo Vulpio giornalista, inviato del Corriere della Sera. Autore del libro “Roba Nostra” e “La Città delle Nuvole”; l’avv. Michele Di Lorenzo vice presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia. . L’invito al convegno è stato esteso ai sindaci delle città interessate dal progetto “Palazzo San Gervasio” che si sono mobilitati contro il progetto avanzato dalla Aleanna Resourrces LLC ad associazioni ambientaliste, ai rappresentanti della Regione Puglia e Basilicata.

giovedì 1 luglio 2010


SPINAZZOLA SI SVOLGERÀ A FINE LUGLIO
«No alla Murgia petrolizzata» un convegno con l’esperta D’Orsogna

Da gruppo spontaneo su facebook: «No all’Italia petrolizzata», all’impegno comune di difendere attraverso l’informazione anche la Murgia e il territorio della vicina Basilicata contro nuove trivellazioni.
E’ questo quel che unisce Spinazzola con la California, Los Angeles dove vive a lavora Maria Rita D’Orsogna, paladina dell’ambiente, fisico, docente al Dipartimento di Matematica della California State University.
D’Orsogna il 24 luglio sarà a Spinazzola per un convegno sul rischio petrolio rappresentato dalla richiesta di ricerca e trivellazione presentata dalla Aleanna Resourrces con il progetto «Palazzo San Gervasio» che investe 15 città su una estensione di 561 kmq. Maria Rita D’Orsogna è salita agli onori delle cronache per la sua difesa del territorio abruzzese, terra di origine, dal terribile assalto delle trivelle petrolifere.
«Non avrei mai immaginato di avere dentro di me tutto questo coraggio. Non si è ancora capito che l'unico bene non delocalizzabile è il territorio, e che occorre proteggerlo invece che sottoporlo a scempi di varia natura. In teoria l'Abruzzo è la regione verde d'Europa. Il futuro non può essere quello di estrarre idrocarburi di bassa qualità, sia in terra che in mare. Non sarebbe piuttosto un ottimo segnale, turistico, di immagine, economico, se la regione Abruzzo, invece di abbracciare il petrolio, decidesse di diventare la regione più "solare" d'Europa? Con più territori protetti? Con più agricoltura biologica?».
Maria Rita D'Orsogna è ricercatrice nel campo della Statistica meccanica, nei modelli matematici e nella simulazione computerizzata, rappresenta, in realtà, il modello ideale dell'ultima generazione migrante italiana. Quella che all'estero ci va per meriti professionali e che viene considerata come “cervello in fuga”: quella che mantiene alto l'affetto nei confronti della sua terra d'origine senza paura di scendere in campo.