lunedì 13 dicembre 2010


MURGIA ED ENERGIA
L’AFFARE «GREEN ECONOMY»
TARDIVA PRESA DI COSCIENZA
Le rivelazioni dell’on. Beppe Pisanu, recepite da Nichi Vendola, confermano la presenza di un inquietante giro d’affari.
EOLICO E FOTOVOLTAICO L’INFILTRAZIONE MAFIOSA C’È
Dopo anni di denunce, adesso la conferma ufficiale

di COSIMO FORINA
Spinazzola.
Senza voler sminuire le “rivelazioni” dell’on. Beppe Pisanu, presidente della commissione antimafia, che ha rivelato, che in Puglia c’è infiltrazione mafiosa nella “Green Economy”, quello che meraviglia è che la politica, dal centrosinistra al centrodestra, a partire dal presidente Nichi Vendola, pare se ne sia accorta solo ora.
DENUNCE A RIPETIZIONE
Come se indagini avviate in diverse procure, interrogazioni parlamentari, arresti e fiumi di inchiostro sui giornali non fossero mai esistite. Da queste colonne all’indomani degli arresti a Mazara del Vallo, operazione “Eolo”, scrivemmo dell’intreccio politico, imprenditoriale e mafioso che vedeva coinvolta la Puglia, Murgia in particolare con Minervino e Spinazzola. Non un’uscita velleitaria, ma supportata dal fatto che tra gli arrestati in Sicilia vi erano imprenditori ben radicati sul territorio murgiano e non solo, amministratori di decine di società di “scopo”. Ovvero società a responsabilità limitata (srl) con capitale sociale di 10mila euro capaci poi di alzare su torri o realizzare impianti fotovoltaici del valore di decine e decine di milioni di euro. Apparentemente rette da industriali della “Green Economy”, i quali si sono inventati un mestiere del tutto nuovo in Italia, quello degli “sviluppatori ”. Specializzati nei rapporti con i proprietari dei terreni su cui far sorgere le torri smembra- paesaggio e gli specchi e gli enti, a cominciare da quelli comunali sino a quelli regionali, accompagnatori nell’iter con cui autorizzare gli impianti. Insediamenti definiti “Parchi” prontamente prima o dopo la loro realizzazione ceduti ad altre società, sia in Italia che all’estero.
AFFARE DA MILIONI DI EURO
Dove un impianto eolico allacciato alla rete e quindi produttivo non viene più venduto sulla base dell’investimento della singola torre, bensì a MW la cui quotazione oscilla dai 2milioni di euro sin su. Uno di questi imprenditori, ex funzionario Cgil, noto tra Spinazzola e Minervino Murge, è Luigi Franzinelli. Arrestato nell’operazione “Eolo” insieme al consigliere comunale di Mazara del Vallo, Vito Martino (Forza Italia), e a Giovan Battista Agate, con precedenti, fratello del boss Mariano Agate; a Melchiorre Saladino, imprenditore di Salemi, ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro; a Giuseppe Sucameli, architetto del Comune di Mazara del Vallo, già detenuto per associazione mafiosa. L'accusa per Franzinelli, in qualità di socio della Sud Wind srl, è di aver presentato nel trapanese progetti per la realizzazione di parchi eolici, versando somme di denaro e regalando auto a politici e impiegati comunali. Il gup di Palermo Daniela Troja lo ha condannato a 2 anni con rito abbreviato. Il suo nome compare anche nell’inchiesta dell’eolico in Sardegna che ha visto coinvolto dirigenti nazionali del Pdl nonché il presidente di quella regione Cappellacci. Indagine che ha anche svelato gli affari della P3 con interessi del faccendiere Flavio Carboni. Luigi Franzinelli, nella disattenzione della politica pugliese e del suo presidente Vendola, compare in almeno due interrogazioni parlamentari presentate dall’on. Pierfelice Zazzera ed altri, ed in particolare in un “Question Time” sull’eolico, con riferimento all’inchiesta “Ventus ” condotta dal Comando Forestale di Gravina, interessate le città di Minervino Murge e Spinazzola e all’inchiesta “Eolo”, Mazzara del Vallo.
SEGRETO INVESTIGATIVO
Il ministro per i rapporti con il parlamento Elio Vito rispondeva così: «Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha chiesto recentemente alle procure di Roma, Cagliari, Bari e Palermo elementi in merito alle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per l’eolico». «Le prime tre procure - riferiva il ministro Vito - hanno evidenziato l’attualità degli accertamenti in corso e la necessità di mantenere il segreto investigativo ». Dal 15 maggio il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci risulta indagato nell’inchiesta della procura di Roma sugli appalti per l’energia eolica nell’isola. A Roma, nella medesima inchiesta, sono indagati anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini, costruttore Arcangelo Martino, il giudice tributario Pasquale Lombardi, il direttore dell’Arpas Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis Pinello Cossu, il commissario dell’Autorità d’ambito Franco Piga e l’uomo d’affari Flavio Carboni”. E per chiudere con i fatti recenti, basta riavvolgere il nastro dell’ultimo convegno sull’eolico svoltosi a Lecce con Carlo Vulpio e Vittorio Sgarbi, alla presenza dell’assessore regionale Angela Barbanente, mandato con uno spezzone anche nella trasmissione “Report” della Milena Gabanelli: in quella circostanza, si denunciava l’infiltrazione mafiosa nella Green Economy in Puglia, ma anche la non trascurabile circostanza che la prolieferazione di impianti di energie alternative in Puglia non ha portato alla diminuzione di un solo grammo di emissioni di anidride carbonica in Puglia. Ed infine Ministro del tesoro Giulio Tremonti a proposito dell’eolico ha dichiarato: “l’affare degli affari”. E pare che dia più utili del narcotraffico senza disapprovazione sociale. Sarà che la mafia è un diavolo che si insinua nel tessuto sociale, come ha affermato Vendola. Ed è anche vero che non tutta la Green Economy e inquinata. Ma a voler leggere la Puglia con i giovani del Salento, si può ben affermare: «Dove si devasta il paesaggio, lì c'è la mafia».

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