mercoledì 12 gennaio 2011

OSPEDALE GIÀ CHIUSO MA RESTA UNA SPERANZA
ATTESA PER LA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE REGIONALE

di COSIMO FORINA
«Se per sottrarsi agli atti di imperio di Nichi Vendola, aspirante leader del centrosinistra (e del Paese), Spinazzola piccola città dell’entroterra murgiana chiede di abbandonare la Puglia ed essere annessa alla Basilicata, gli italiani con un eventuale presidente del Consiglio così a chi chiederanno asilo?»: è una delle considerazioni che aleggiano in una città che ha sperimentato la retorica del governatore pugliese, che nei fatti si è concretizzata con tutt’altro finale. La chiusura dell’ospedale è solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, molto simile a quello mitologico che Zeus offri a Pandora raccomandandogli di non aprirlo. Ma la curiosità di Pandora non seppe trattenersi e aprendo il recipiente furono liberati tutti i mali infestando il mondo. A restare sul fondo prima che questi venisse richiusa la “speranza” che li vi rimase finché Pandora vista la desolazione creata non la liberò. Il referendum indetto dal “Gruppo d’Azione pro ospedale” di Spinazzola va letto come ultima sponda di “speranza”. «Chiedere l’annessione alla Basilicata - ribattono dal “Gruppo D’Azione” - significa sottrarsi agli atti amministrativi di Vendola, al suo operato contro Spinazzola». Oltre alla chiusura dell’ospedale, qui si ha bene in mente la discarica di “Grottelline”, l’acquisizione impropria di alcune proprietà della città, frutto di donazioni di benefattori, beni cartollizzati per circa 6 milioni di euro con cui si tenta di pagare i debiti regionali della sanità. Lo scempio che si è fatto di una struttura ospedaliera in cui ci hanno messo le mani tutti, ma solo per prendere e non per lasciare. Non dimenticato anche l’ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco, scelto da Vendola, oggi senatore del Pd, per i suoi legami con la Tradeco. Quella del patron dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella nel mirino di diverse Procure, che con la Cogeam del gruppo Marcegaglia ha ricevuto in gestione la discarica di “Grottelline”. E per non farsi mancare niente spunta nei capannelli anche la «Vi.Ri.» società riconducibile ai Columella finita sotto inchiesta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari per gli appalti sui rifiuti ospedalieri. Fatti che vedono trasversalmente silenti i partiti locali. Lo strappo con Vendola ha argomenti ampi: ospedale, mondezza, energie alternative con le sue infiltrazioni mafiose, ferrovie chiuse in agosto, strade non completate per raggiungere in tempo l’ospedale più vicino: una mortificazione non più accettabile dalla città, per cui è meglio andarsene in Basilicata. Fronte ospedale, le ultime notizie. Il 10 gennaio sono cessati per imperio della Regione e direttiva della Asl, commissario Rocco Canosa, i ricoveri. Nell’ultimo giorno disponibile i ricoveri sono stati dieci, alcuni provenienti proprio dalla vicina Basilicata. Ieri altri pazienti sono stati respinti e inviati altrove. Tornando alla “speranza”: il giorno 17 la commissione regionale sanità si riunirà per dire la sua sul Piano di Rientro di Vendola e dell’assessore Tommaso Fiore. Quest’ultimo, il 14, dopo il suo ritorno da Roma incontrerà il Pd che gli illustrerà l’emendamento condiviso da tutti per gli ospedali di Spinazzola e Minervino. «Il pacchetto delle necessità non potrà che portare - afferma il sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi- ad una più attenta analisi dei bisogni dei vari territori, aggiustamenti necessari per garantire pienamente il diritto alla salute». Brutta storia per Vendola quella di Spinazzola. L’eventuale referendum non mancherà di essergli da peso anche per le sue ambizioni future.
GLI INTERVENTI DEGLI ONOREVOLI
SILVESTRIS CONTRO SCELZI «CHIEDA SCUSA ALLA CITTÀ»
ZAZZERA (IDV) INVITA A UN CONFRONTO

Dure reazioni dall’Italia e dall’Europa sul caso Spinazzola per lo scippo del suo ospedale. L’on. Sergio Silvestris, eurodeputato del Pdl: «Il sindaco Scelzi chieda scusa a Spinazzola. Leggo esterrefatto le dichiarazioni del sindaco di Spinazzola e ancor più meravigliato leggo che il sindaco avrebbe firmato per chiedere con un referendum l'adesione di Spinazzola alla Regione Basilicata. Ritengo che a tutto ci sia un limite e il sindaco Scelzi ha ampiamente superato ogni limite di decenza. Un sindaco deve innanzitutto assumersi le responsabilità istituzionali e politiche che gli competono e Scelzi, limitandosi a sottoscrivere petizioni altrui, non si assume le proprie responsabilità. Lo avevamo detto chiaramente in campagna elettorale che il governo regionale guidato dal comunista Nichi Vendola stava disastrando la sanità. Avevamo anche detto che la rielezione di Nichi Vendola, campione degli sprechi e degli sperperi nella sanità, avrebbe portato alla chiusura di numerosi ospedali. Questo ora si sta puntualmente verificando. A chi come Scelzi ha sostenuto il centrosinistra alle ultime elezioni regionali non resta che chiedere scusa alla propria comunità cittadina che é stata presa in giro e che oggi viene defraudata da un presidio essenziale come l'ospedale». Conclude Silvestris: «associarsi ad iniziative civiche, meritorie di rispetto, serve al sindaco Scelzi solo per cercare di salvare la faccia e di non assumersi le proprie responsabilità. Infatti anche da componente della conferenza dei Sindaci della Bat, egli non é riuscito a ottenere per l'ospedale di Spinazzola una sorte migliore della chiusura. Che il Sindaco chieda scusa alla città prima ancora di pensare di non dimettersi o di sottoscrivere petizioni che non gli appartengono».
Altra analisi quella che giunge dall’on. Pierfelice Zazzera dell’Italia dei Valori: «Il processo di razionalizzazione della sanità regionale, ammesso che di questo si parli, riferendosi alle innumerevoli chiusure di ospedali preventivate sul territorio regionale, non può essere calato dall'altro ma deve nascere da una concertazione con il territorio, con le istituzioni territoriali in rappresentanza dell'utenza e delle parti sociali. E' questo l'invito che rivolgo all'assessore regionale Fiore ed al presidente Vendola: non arroccarsi dietro decisioni ma di condividerle, di discuterle.Tanto più – conclude Zazzera - che la chiusura di alcuni ospedali sarebbe giustificata a fronte di un potenziamento della medicina territoriale che, ad oggi, non appare avviato. Infine ritengo la proposta di referendum per l'annessione alla Basilicata una proposta provocatoria, frutto della disattenzione che il territorio avverte da parte degli organi del governo centrale, anche su base regionale». [c. for.]
MINERVINO
IL COMITATO CITTADINO «SALVIAMO IL NOSTRO OSPEDALE» LANCIATO L’ENNESIMO APPELLO
«Il governatore Vendola visiti i nostri reparti»
di Rosalba Matarrese
Riflettori puntati sulla chiusura del presidio ospedaliero murgiano. Meno eclatante che a Spinazzola, si registra anche a Minervino un clima di sconcerto, malessere e disappunto per quanto accaduto. Una protesta silenziosa dunque e carente di iniziative evidenti, forse anche a causa del clima di incertezza dovuto alla caduta in anticipo dell’amministrazione comunale che sta monopolizzando l’at tenzione. Insomma la cittadina murgiana si trova davvero a vivere un periodo critico e delicato, sia dal punto di vista politico che sociale. E con la chiusura del nosocomio il rischio di isolamento per Minervino è davvero elevato. Cresce pure la preoccupazione per la popolazione anziana che dovrà darsi da fare per ricevere servizi sanitari essenziali, ricoveri, analisi specialistica in strutture diverse e distanti.Intanto si susseguono gli interventi di disappunto che trovano sulla stessa lunghezza d’onda sia maggioranza sia opposizione. Sulla questione è intervenuto pure il comitato cittadino «Salviamo il nostro ospedale» che ha lanciato, sulla scia della mobilitazione spinazzolese, l’ennesimo appello al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
«In questo momento – si legge nella nota alla Gazzetta a firma del comitato – diciamo al presidente Vendola che ci vergogniamo di essere pugliesi. Chiediamo al presidente Vendola e all’assessore alla sanità Tommaso Fiore di venire a visitare il nostro ospedale per toccare con mano ciò che è avvenuto. Ricordiamo pure che ci sono sette ospedali a sette-dieci chilometri di distanza in altre città e non sono stati minimamente toccati dalla riorganizzazione sanitaria». E sulla questione del codice unico ospedaliero nelle due cittadine murgiane su cui si sono spesi sia il sindaco di Spinazzola Carlo Scelzi che l’ex sindaco di Minervino Luigi Roccotelli, ricordiamo la posizione espressa dal consigliere regionale del Pd Ruggiero Mennea. Secondo il consigliere Mennea: «Le esigenze derivanti dal piano di rientro sono assolutamente compatibili con la nascita di un presidio unico Minervino-Spinazzola, diviso fra due plessi ospedalieri – ha detto il consigliere regionale - gli attuali due codici ospedalieri si ridurrebbero a uno, mentre i posti letto verrebbero divisi fra i due presidi già esistenti». «Le comunità di Minervino e Spinazzola hanno il diritto di avere un ospedale: sono città di confine, il rischio che restino completamente isolato è altissimo » ha concluso Ruggero
Mennea.

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