venerdì 29 aprile 2011

POLITICA E SANITÀ LE CARTE DELL’INCHIESTA
IL CONTESTO
L’attuale consigliere regionale barlettano del Pd, nel 2009 era in corsa per la candidatura alla presidenza della Provincia
LE CONVERSAZIONI
L’«inaffidabilità» di Mennea emergerebbe da alcune conversazioni intercettate dai
carabinieri del Nucleo operativo ecologico
«Quel politico non è affidabile»
Così il gruppo del sen. Tedesco bocciò la candidatura di Mennea nel 2009
di COSIMO FORINA
Tra le sorprese dell’inchiesta sulla sanità in Puglia, spunta anche la mancata candidatura a presidente della Provincia Barletta, Andria, Trani (nel 2009) di Ruggiero Mennea, poi candidato ed eletto (nel 2010) consigliere regionale del Partito democratico. A porre il «veto» sul suo nome, lo stesso ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, mentre l’imprenditore Vitantonio Roca, anche lui coinvolto nell’inchiesta, ne caldeggiava la candidatura. Per Tedesco, Mennea non era ritenuto «sicuro» rispetto ai desiderata della «squadra» che puntava alla gestione del territorio oltre che della sanità. Così il politico barlettano, suo malgrado, è passato dall’essere definito «inaffidabile» dal «sodalizio» che ha visto coinvolti politici, imprenditori e funzionari della sanità pugliese, secondo quanto scoperto dalla direzione antimafia di Bari (nell’indagine, la richiesta dell’arresto dell’ex assessore Alberto Tedesco, senatore del Pd, ora gruppo misto») all’appellativo di «miserabile». Questa seconda “meda glia” di merito gli è stata attribuita nelle ultime settimane dal direttore generale della Asl della sesta Provincia, Rocco Canosa, coinvolto anche lui nella indagine sulla sanità. Mennea si era opposto alla chiusura degli ospedali di Minervino Murge e Spinazzola, sostenendo, senza mezze misure, il diritto alla cura e alla salute dei cittadini colpiti dalla scure del piano di rientro sanitario regionale che ha portato alla chiusura dei due nosocomi di quelle città. L’«inaffidabilità» di Mennea, ad avviso del gruppo che faceva capo al sen. Tedesco, emergerebbe da alcune conversazioni, registrazioni ambientali dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico, nell’ormai famoso ufficio al quarto piano dell’assessorato regionale alla Sanità. Luogo istituzionale, trasformato nelle stanze degli “affari”, dove a muovere i fili nella gestione degli appalti da affidare agli imprenditori amici vi era il factotum dell’ex assessore Tedesco, Mario Malcangi, arrestato per ordine del giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedectis, il quale ha esteso il provvedimento con diverse misure cautelari a vari destinatari: tra questi, gli imprenditori Vitantonio Roca, Diego Romano Rana, protagonisti con Malcangi nelle strategie politico-elettorali con l’ex assessore Tedesco al governo della neo istituita Provincia Barletta-Andria. Trani. Le trascrizioni pubblicate in questa pagina offrono uno spaccato interessante ed inquitenate di questa storia.
Malcangi: «Io ti ho messo a parte civile»
Roca: «Ma si può anche perdere bene»
Così le divergenze sull’assetto possibile della Provincia di Barletta, Andria, Trani
INTERCETTAZIONI
Le conversazioni intercettate nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari sulla sanità in Puglia
Il sodalizio politico sanitario messo sotto inchiesta dalla Dda di Bari, secondo l’informativa dei carabinieri del Noe, «interviene in supporto di Vitantonio Roca al fine di ottenere consensi alla candidatura di Diego Rana al vertice provinciale della Bat: particolarmente attivo è risultato Mario Malcangi, il quale ha comunicato al direttore sanitario dell’Asl Bat Franco Polemio di incrementare i posti letto alla struttura Residenza sanitaria assistita. Madonna della Pace di Andria, gestita da Roca.
Ecco la conversazione intercettata il 22 settembre 2008.
L’imprenditore Vitantonio Roca raggiunge Mario Malcangi, factotum dell’assessore Tedesco, all’interno dell’ufficio. Nel corso della conversazione Roca mette in risalto l’intenzione di appoggiare politicamente Ruggiero Mennea nella corsa alla presidenza della provincia di Barletta, Andria Trani.
ROCA : …incomprensibile.. poi il genero a fare il responsabile alla struttura di riabilitazione a (..inc..), si va bene, scusami però, poi alla fine il problema è che non è possibile che lui (ndr il riferimento è all’assessore Alberto Tedesco) non sapesse, non ha detto a questa gente ora basta! Avete rotto i c...! Ora basta! E allora poi alla fine quella (ndr il riferimento è a Lea Cosentino, Direttore Generale della Asl BA), la giustizia arriva anche per lui! Perché è chiaro! Può un assessore non sapere? E dico allora parlavamo di questo! Allora Diego (riferito a Diego Romano Rana) purtroppo se sale, mette in difficoltà me! Lui ha avuto! Già ha avuto abbastanza! Sicuramente potrebbe avere di più! Ma tutti potremmo avere di più! Ma io per primo per progetti futuri, mi sto muovendo con grande attenzione, in silenzio, perché mi rendo conto che bisogna fare le cose per bene ..incomprensibile…
MALCANGI: Dobbiamo essere inattaccabili!
ROCA : Non devo assolutamente coinvolgere l’assessorato, poi perché sono operazioni lecite e pulite, inattaccabili, al momento opportuno…incomprensibile …“senti assessore per questa storia a chi mi devo rivolgere? a Mario? mi devo rivolgere ad Adolfo? chi mi segue in questo percorso? Quindi quando sarà il momento, ma per ora, uno si deve stare buono e zitto! E lui (riferito a Diego Rana), ne sto parlando ora perché è capitato, talvolta lui, cioè tu non puoi andare nella Bat a discutere con il Direttore Amministrativo, con il Direttore Sanitario con il Direttore Generale, se tieni la duplice funzione (ndr. il riferimento è alla carica politica ricoperta da Rana, ossia presidente del Pd di Bisceglie)! Non puoi assolutamente! Tanto è vero che io che non sono…(incomprensibile)… bravo come lui, ma, quando parlo con il Direttore Generale non parlo mai di lavoro, non puoi parlare di convenzioni, non ho mai nominato la convenzione, ma, vado dal Direttore Generale a proporre delle cose, che sia l’ambulatorio intramoenia del dott. …incomprensibile.. che sia l’ambulatorio a caldo, che sia dei risultati, la conferenza stampa che vogliamo fare con Rocco Canosa per i risultati dell’estate, ecc., cose fuori, perché lui mi deve vedere come persona che gli sta dando delle opportunità di visibilità, solo, poi spetta agli altri fargli capire che io devo campare e che sono in una situazione stretta! Ma non lo devo fare io perché altrimenti cioè (..inc..) il vile denaro! Cioè anche psicologicamente metto Mario, in una condizione difficile, invece ognuno deve fare la sua parte! Finché stiamo a parlare di cose assolutamente lecite!
MALCANGI: Io finché resto ti ho messo a parte civile e ti ho messo a conoscenza di quello che vorrei poter fare!
ROCA : Si può anche perdere con Ruggiero Mennea, si può anche perdere, ma non ci dimentichiamo che, non è importante sempre vincere, ma, quanto perdere e perdere bene
CANDIDATI E SCENARI «NON TI FIDAR DI LUI»
Conversazione ambientale del 23 settembre 2008, all’interno dell’ufficio di Alberto Tedesco. Nel corso della conversazione Rana chiede all’assessore la veridicità delle intenzioni di Roca di appoggiare il candidato Ruggiero Mennea
RANA: Che lei si occuperà della Bat. Questo è il dato, Lorenzo si sta occupando e sta lavorando, però desiderei sapere da te quale è il gioco di Titti Roca
TEDESCO: cioè
RANA: Mi risulta che va dicendo in giro ma no non può candidarsi, starebbe…Starebbe con Ruggero Mennea …..perché Ruggero Mennea
TEDESCO: Che Roca è un coglione, capito? Non ti fidar di lui
RANA: Eh! E allora noi facciamo un discorso di gruppo.

domenica 10 aprile 2011

STORIE E REALTA' A CONFRONTO
SANITÀ LO SCANDALO NELL’ASL L’INCHIESTA

Nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri del Noe emerge un fitto intreccio di pressioni sui funzionari
«Vieni, dobbiamo vedere quella cosa»
«Gladiatorio» l’intervento dell’uomo di Tedesco
di Cosimo Forina
Inchiesta sulla sanità pugliese condotta dai pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia e passata al vaglio del gip Giuseppe De Benedictis. Anche nel territorio della sesta Provincia, secondo quanto emerge dalle carte, della direzione distrettuale antimafia di Bari, emergerebbe un «sistema» che girava attorno all’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, oggi senatore della Repubblica, su cui pende una richiesta di arresto, e il suo factotum Mario Malcangi già arrestato, più altri ventidue tra imprenditori, direttori generali e funzionari Asl sotto inchiesta. A Malcangi, scrivono gli inquirenti, dopo aver esaminato le intercettazioni telefoniche eseguite dai carabinieri del Noe, «spetta tessere i contatti e portare a compimento gli interessi degli imprenditori operanti nel settore sanità, espressione del vertice politico regionale”. Non fa eccezione la Asl della sesta Provincia con il biscegliese Diego Rana, amministratore unico della società Centro di Riabilitazione Meridionale, Vitantonio Roca amministratore unico, tra l’altro della società Mediasan come per Giovanni Garofoli socio della Me.di.com. operante nel settore delle forniture di
materiale radiografico a cui viene garantita assistenza e soprattutto un canale privilegiato nell’accaparrarsi contratti di forniture. L’imperativo del Malcangi per alcuni dirigenti della Asl è persino quello di riconoscere nel Rana il referente dell’assessore Tedesco oppure tenersi pronti per fare le valigie. Ecco alcune delle intercettazioni agli atti.
11:40-9 MAGGIO 2008:
Diego Rana chiama Giovanni Garofoli.
La conversazione verte sulle problematiche incontrate dal Garofoli nel distretto Asl di Andria. Rana avvisa l’interlocutore che avrebbe seguito la vicenda in prima persona.
Rana: (scusami Gianni, per le vie normali a Barletta ed io me la vedo dove me la devo vedere io…ad Andria cioè. Lui ha già parlato ieri, ha fatto le cose sue, stamattina abbiamo parlato, ha scritto la redatta, stava Giovanni pure … e quindi adesso ce l’ho io, la vedi prima, tu se va bene la mandiamo avanti). Nel corso della telefonata Garofoli chiede a Rana la presenza di Mario Malcangi
8:51- 12 MAGGIO 2008:
Garofoli chiama Rana: dobbiamo vedere quella cosa…ci vediamo a Bari intorno alle 11:00..se poi sta Mario ti avviso così magari vi incontrate pure.
20:33- 14 MAGGIO 2008:
Diego Rana chiama Mario Malcangi. Quest’ultimo chiede all’interlocutore di non fare molte pressioni in modo da non ingenerare sospetti sulla vicenda. Malcangi: (Diego non calcare la mano, cioè nel senso di..fai vedere che è una cosa tua, come rapporto di amicizia…perché se no è capace che si irrigidisce dall’altro lato quello la, che quelloè così”.
Rana tranquillizza l’interlocutore riferendogli che la “situazione ambientale” era favorevole. (ma non può. È cambiato tutto Gianni, poi ti spiego)
10:42- 15 MAGGIO 2008
Vito Roca chiama Mario Malcangi. Quest’ultimo riferisce all’interlocutore di trovarsi in Andria presso l’Asl in attesa di Diego Rana per parlare con l’Ing. Vito Angiulli (sono in Asl, sto aspettando Diego che dobbiamo parlare con Angiulli, tra un’ora sto lì). Roca riferisce all’interlocutore che li avrebbe attesi ( ..va bene vi aspetto..)
16:50 DEL 15 MAGGIO 2008
Diego Rana chiama Giovanni Garofoli, avvertendo che aveva risolto il problema di interesse comune, grazie all’intervento di Mario Malcangi, definito “gladiatorio”, al quale spettava il merito di aver chiuso la trattativa (..abbiamo fatto tutto…è andata molto bene… perché la c’era, c’era quel foglietto…così la spuntiamo…ma è stato gladiatorio, gladiatorio nel vero senso della parola, della serie punto e basta).
Rana precisa che ormai hanno assunto una posizione dominante nel distretto della Asl/Bt proprio in virtù della presenza di Mario Malcangi il quale aveva peraltro indicato, in occasione dell’intervento nei confronti dei dirigenti di quell’ufficio, che lo stesso Rana era il referente dell’assessore Alberto Tedesco (..la prossima volta io non ci vengo più, questo è quello che, il referente che comanda qua, pertanto mettetevi dove vi dovete mettere, altrimenti cominciate a fare le valigie).

SPINAZZOLA
LE CONSEGUENZE DEL RIORDINO OSPEDALIERO CHE PENALIZZA LA PRESENZA DELLA SANITÀ PUBBLICA

Ex ospedale, via le attrezzature ma il sindaco si oppone.
Al via anche il presidio del Gruppo di Azione pro ospedale
di Cosimo Forina
Presidio ospedaliero di Spinazzola, ennesimo colpo di mano, pronte per essere portate via le attrezzature di fisioterapia e pare anche quelle per la diagnostica di cardiologia. L’allarme è ancora una volta giunto dal “Gruppo di Azione pro-ospedale” di Spinazzola. Filomena Sforzo voce del comitato esprime tutta la sua amarezza: «Ho chiamato il sindaco Scelzi, il quale mi ha riferito di essere al corrente della cosa e che aveva provveduto con una telefonata a chiedere alla Asl di soprassedere all’operazione di smantellamento. Siamo costretti a subire il continuo impoverimento della città che ancora una volta invitiamo a reagire in difesa della sua dignità e dei suoi diritti». Dinanzi all’ingresso dell’edificio, ormai non più ospedale ma solo un contenitore messo a nuovo ed a norma spendendo oltre 1 milione di euro, si è creato immediatamente un piccolo presidio per evitare che le attrezzature venissero portate via. Il sindaco Scelzi assicura: «ho chiesto alla Asl che finché non saranno portate nuove attrezzature queste devono restare qui a Spinazzola. Mi accingo anche a mettere nero su bianco questa richiesta anche in ragione di ordine pubblico». La Cisl Funzione pubblica territoriale di Bari, denuncia «la volontà della parte pubblica (l’Asl della sesta Provincia, ndr) è quella di voler solo discutere nel merito la mobilità del personale dei presidi di Minervino e Spinazzola senza tener conto del fabbisogno essenziale dei cittadini residenti nei comuni indicati». La Cisl «si è opposta a tale disegno, poiché non si intravede un reale progetto di riorganizzazione della sanità sul nostro territorio, inteso a garantire livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini della Asl». La chiarezza del comunicato non lascia dubbi di interpretazioni confermando tutte le perplessità espresse in questi mesi dal “Gruppo di Azione pro ospedale” tanto di come la Regione ha gestito il piano di rientro che dei vertici della Asl. L’elenco delle istanze presentate dal sindacato che si aggiornerà per un nuovo incontro il 14 aprile per spiegare ai lavoratori ospedalieri ed ai cittadini la propria posizione: «con il consenso acritico e per niente motivato di tutte le altre sigle sindacali di occuparsi esclusivamente del trasferimento forzoso del personale di Minervino e Spinazzola». Tutto chiaro, Spinazzola è abbandonata a se stessa ed il peso della situazione si ritrova nelle parole espresse dal consigliere regionale Ruggiero Mennea, bollato per aver difeso l’ospedale di Spinazzola e Minervino, dal commissario della Asl, Rocco Canosa, come “miserabile ”. Per garantire la contemporaneità tra chiusura degli ospedali e attivazione dei servizi alternativi e sostituitivi Mennea non ha dubbi: «Siamo all’inizio di un nuovo corso intrapreso dalla sanità pugliese, auspico che questo momento importante di transizione venga affidato ad un management all’altezza della situazione che sappia operare a stretto contatto con i rappresentanti istituzionali e politici del territorio, non miserabili, come incautamente definiti da chi invece ha bisogno di andare a scuola per fare il direttore generale, ma espressione della sovranità popolare, eletti per tutelare anche la salute dei cittadini della sesta Provincia».

martedì 5 aprile 2011


CARLO VULPIO DEFERISCE NICOLA VENDOLA DETTO NICHI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI
di Cosimo Forina
Grottelline: Carlo Vulpio giornalista professionista inviato del Corriere della Sera ha deferito all’Ordine dei giornalisti di Puglia e Lombardia il governatore Nichi Vendola, giornalista professionista iscritto a Bari. Un nuovo caso Feltri-Boffo? La vicenda della discarica di “Grottelline”, sito ancora sottoposto a sequestro probatorio, oltre ai risvolti conosciuti: indagini della Procura di Trani pm Michele Ruggiero e altra della Procura distrettuale antimafia pm Desireè Digeronimo riserva sempre più sorprese. Tra le quali l’inaspettata scoperta, attraverso alcune intercettazioni telefoniche pubblicate dalla “Gazzetta” che a fare da tramite per le esigenze di superare gli ostacoli burocratici incontrati dalla Tradeco di Carlo Dante Columella, patron dei rifiuti in Puglia che con la Cogeam della Marcegaglia ha ottenuto da Nichi Vendola la gestione dell’immondezzaio di Spinazzola era Alberto Tedesco, ex assessore regionale alla sanità, oggi senatore nel gruppo misto di cui è stato chiesto l’arresto. Un intrigo emerso durante le indagini partite dopo l’aggressione del direttore di Radio Regio di Altamura Alessio Dipalo, il quale di “Grottelline” si era occupato durante il convegno del 29 giugno 2006 svoltosi a Spinazzola a cui aveva partecipato anche il giornalista, inviato del Corriere della Sera, Carlo Vulpio. Il dato che si aggiunge emerso in diverse circostanze è la posizione contraddittoria che in questi anni ha visto protagonista proprio il governatore Nichi Vendola. A partire dal giorno dopo la pubblicazione dell’articolo di Carlo Vulpio (7 luglio 2006) con cui si accendevano i riflettori su Grottelline a livello nazionale. Vendola, che non aveva gradito, attribuiva al giornalista la responsabilità del clima che in quei giorni andava creandosi, tanto da mettere in parallelo l’articolo su Grottelline con un finto attentato da lui subito a Brindisi. In questi anni in diverse circostanze pubbliche Vendola come nel caso della Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, tanto in quella del 2008 che nel 2011, ha sempre puntato l’indice sul giornalista, reo di aver riportato le “anomalie” dell’immondezzaio previsto a Spinazzola, provocando l’immediata reazione di Vulpio che lo ha citato in giudizio con richiesta di risarcimento per 300mila euro. L’ultima ciliegina “vendoliana” giornalista professionista iscritto all’Ordine di Bari si è avuto modo di apprenderla dall’interrogatorio intercorso dinanzi al pm Desirèe Digeronimo pubblicato integralmente sul sito Web della “Gazzetta” qualche giorno fa. Il governatore, in quella circostanza, non ha perso l’occasione, fuori dal contesto delle domande postegli dal magistrato, di mettere in moto la fabbrica del fango contro Vulpio: “il noto diffamatore professionale Carlo VULPIO, all’epoca cronista sul Corriere della Sera, aveva dedicato molteplici articoli alla mia persona, mettendoli in relazione a vicende legate all’organizzazione illecita del ciclo dei rifiuti, e al centro di questa cosa c'era, uno degli oggetti di questo argomento era la Tradeco. Quindi la parola Tedesco e la parola Columella alle mie orecchie suona come un campanello di allarme, perché diciamo che per lo meno mi spavento”. Questo passaggio dell’interrogatorio è ora all’attenzione dell’Ordine dei giornalisti tanto di quello della Puglia che della Lombardia. Carlo Vulpio ha denunciato l’accaduto sottolineando tra l’altro: “al di là della scarsa comprensibilità delle circostanze, così come enunciate nel verbale, appaiono evidenti due profili di estrema gravità, soprattutto tenuto conto che chi parla è un giornalista e l'oggetto delle sue affermazioni è un altro giornalista. Il Vendola afferma che lo scrivente è "un noto diffamatore professionale": non è superfluo sottolineare che il sottoscritto è incensurato sicché l'affermazione è destituita di ogni fondamento”. Cosa avverrà ora. Torna in mente la circostanza per la quale il direttore de “Il Giornale” Vittorio Feltri per il caso Boffo, che portò alle dimissioni del direttore di Avvenire, venne sospeso per tre mesi dal Consiglio Nazionale dei Giornalisti dopo che l’Ordine della Lombardia ne aveva richiesto la sospensione per sei mesi. Il caso Vendola, governatore della Puglia, quale finale riserverà nella valutazione dell’Ordine?