domenica 10 aprile 2011

STORIE E REALTA' A CONFRONTO
SANITÀ LO SCANDALO NELL’ASL L’INCHIESTA

Nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri del Noe emerge un fitto intreccio di pressioni sui funzionari
«Vieni, dobbiamo vedere quella cosa»
«Gladiatorio» l’intervento dell’uomo di Tedesco
di Cosimo Forina
Inchiesta sulla sanità pugliese condotta dai pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia e passata al vaglio del gip Giuseppe De Benedictis. Anche nel territorio della sesta Provincia, secondo quanto emerge dalle carte, della direzione distrettuale antimafia di Bari, emergerebbe un «sistema» che girava attorno all’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, oggi senatore della Repubblica, su cui pende una richiesta di arresto, e il suo factotum Mario Malcangi già arrestato, più altri ventidue tra imprenditori, direttori generali e funzionari Asl sotto inchiesta. A Malcangi, scrivono gli inquirenti, dopo aver esaminato le intercettazioni telefoniche eseguite dai carabinieri del Noe, «spetta tessere i contatti e portare a compimento gli interessi degli imprenditori operanti nel settore sanità, espressione del vertice politico regionale”. Non fa eccezione la Asl della sesta Provincia con il biscegliese Diego Rana, amministratore unico della società Centro di Riabilitazione Meridionale, Vitantonio Roca amministratore unico, tra l’altro della società Mediasan come per Giovanni Garofoli socio della Me.di.com. operante nel settore delle forniture di
materiale radiografico a cui viene garantita assistenza e soprattutto un canale privilegiato nell’accaparrarsi contratti di forniture. L’imperativo del Malcangi per alcuni dirigenti della Asl è persino quello di riconoscere nel Rana il referente dell’assessore Tedesco oppure tenersi pronti per fare le valigie. Ecco alcune delle intercettazioni agli atti.
11:40-9 MAGGIO 2008:
Diego Rana chiama Giovanni Garofoli.
La conversazione verte sulle problematiche incontrate dal Garofoli nel distretto Asl di Andria. Rana avvisa l’interlocutore che avrebbe seguito la vicenda in prima persona.
Rana: (scusami Gianni, per le vie normali a Barletta ed io me la vedo dove me la devo vedere io…ad Andria cioè. Lui ha già parlato ieri, ha fatto le cose sue, stamattina abbiamo parlato, ha scritto la redatta, stava Giovanni pure … e quindi adesso ce l’ho io, la vedi prima, tu se va bene la mandiamo avanti). Nel corso della telefonata Garofoli chiede a Rana la presenza di Mario Malcangi
8:51- 12 MAGGIO 2008:
Garofoli chiama Rana: dobbiamo vedere quella cosa…ci vediamo a Bari intorno alle 11:00..se poi sta Mario ti avviso così magari vi incontrate pure.
20:33- 14 MAGGIO 2008:
Diego Rana chiama Mario Malcangi. Quest’ultimo chiede all’interlocutore di non fare molte pressioni in modo da non ingenerare sospetti sulla vicenda. Malcangi: (Diego non calcare la mano, cioè nel senso di..fai vedere che è una cosa tua, come rapporto di amicizia…perché se no è capace che si irrigidisce dall’altro lato quello la, che quelloè così”.
Rana tranquillizza l’interlocutore riferendogli che la “situazione ambientale” era favorevole. (ma non può. È cambiato tutto Gianni, poi ti spiego)
10:42- 15 MAGGIO 2008
Vito Roca chiama Mario Malcangi. Quest’ultimo riferisce all’interlocutore di trovarsi in Andria presso l’Asl in attesa di Diego Rana per parlare con l’Ing. Vito Angiulli (sono in Asl, sto aspettando Diego che dobbiamo parlare con Angiulli, tra un’ora sto lì). Roca riferisce all’interlocutore che li avrebbe attesi ( ..va bene vi aspetto..)
16:50 DEL 15 MAGGIO 2008
Diego Rana chiama Giovanni Garofoli, avvertendo che aveva risolto il problema di interesse comune, grazie all’intervento di Mario Malcangi, definito “gladiatorio”, al quale spettava il merito di aver chiuso la trattativa (..abbiamo fatto tutto…è andata molto bene… perché la c’era, c’era quel foglietto…così la spuntiamo…ma è stato gladiatorio, gladiatorio nel vero senso della parola, della serie punto e basta).
Rana precisa che ormai hanno assunto una posizione dominante nel distretto della Asl/Bt proprio in virtù della presenza di Mario Malcangi il quale aveva peraltro indicato, in occasione dell’intervento nei confronti dei dirigenti di quell’ufficio, che lo stesso Rana era il referente dell’assessore Alberto Tedesco (..la prossima volta io non ci vengo più, questo è quello che, il referente che comanda qua, pertanto mettetevi dove vi dovete mettere, altrimenti cominciate a fare le valigie).

SPINAZZOLA
LE CONSEGUENZE DEL RIORDINO OSPEDALIERO CHE PENALIZZA LA PRESENZA DELLA SANITÀ PUBBLICA

Ex ospedale, via le attrezzature ma il sindaco si oppone.
Al via anche il presidio del Gruppo di Azione pro ospedale
di Cosimo Forina
Presidio ospedaliero di Spinazzola, ennesimo colpo di mano, pronte per essere portate via le attrezzature di fisioterapia e pare anche quelle per la diagnostica di cardiologia. L’allarme è ancora una volta giunto dal “Gruppo di Azione pro-ospedale” di Spinazzola. Filomena Sforzo voce del comitato esprime tutta la sua amarezza: «Ho chiamato il sindaco Scelzi, il quale mi ha riferito di essere al corrente della cosa e che aveva provveduto con una telefonata a chiedere alla Asl di soprassedere all’operazione di smantellamento. Siamo costretti a subire il continuo impoverimento della città che ancora una volta invitiamo a reagire in difesa della sua dignità e dei suoi diritti». Dinanzi all’ingresso dell’edificio, ormai non più ospedale ma solo un contenitore messo a nuovo ed a norma spendendo oltre 1 milione di euro, si è creato immediatamente un piccolo presidio per evitare che le attrezzature venissero portate via. Il sindaco Scelzi assicura: «ho chiesto alla Asl che finché non saranno portate nuove attrezzature queste devono restare qui a Spinazzola. Mi accingo anche a mettere nero su bianco questa richiesta anche in ragione di ordine pubblico». La Cisl Funzione pubblica territoriale di Bari, denuncia «la volontà della parte pubblica (l’Asl della sesta Provincia, ndr) è quella di voler solo discutere nel merito la mobilità del personale dei presidi di Minervino e Spinazzola senza tener conto del fabbisogno essenziale dei cittadini residenti nei comuni indicati». La Cisl «si è opposta a tale disegno, poiché non si intravede un reale progetto di riorganizzazione della sanità sul nostro territorio, inteso a garantire livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini della Asl». La chiarezza del comunicato non lascia dubbi di interpretazioni confermando tutte le perplessità espresse in questi mesi dal “Gruppo di Azione pro ospedale” tanto di come la Regione ha gestito il piano di rientro che dei vertici della Asl. L’elenco delle istanze presentate dal sindacato che si aggiornerà per un nuovo incontro il 14 aprile per spiegare ai lavoratori ospedalieri ed ai cittadini la propria posizione: «con il consenso acritico e per niente motivato di tutte le altre sigle sindacali di occuparsi esclusivamente del trasferimento forzoso del personale di Minervino e Spinazzola». Tutto chiaro, Spinazzola è abbandonata a se stessa ed il peso della situazione si ritrova nelle parole espresse dal consigliere regionale Ruggiero Mennea, bollato per aver difeso l’ospedale di Spinazzola e Minervino, dal commissario della Asl, Rocco Canosa, come “miserabile ”. Per garantire la contemporaneità tra chiusura degli ospedali e attivazione dei servizi alternativi e sostituitivi Mennea non ha dubbi: «Siamo all’inizio di un nuovo corso intrapreso dalla sanità pugliese, auspico che questo momento importante di transizione venga affidato ad un management all’altezza della situazione che sappia operare a stretto contatto con i rappresentanti istituzionali e politici del territorio, non miserabili, come incautamente definiti da chi invece ha bisogno di andare a scuola per fare il direttore generale, ma espressione della sovranità popolare, eletti per tutelare anche la salute dei cittadini della sesta Provincia».

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