sabato 6 agosto 2011

Spinazzola: DA CARCERE DI ECCELLENZA A LAGHER PER DISPERATI. LA PROPOSTA INSENSATA DEL SINDACATO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA OSAPP.
SEGUE TESTO INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL PD SUL CARCERE DI SPINAZZOLA
di Cosimo Forina
Quanto vale l’autodecisione dello spinazzolese? Un fico secco. Perché su questa città tutti, ma proprio tutti, possono proporre e soprattutto decidere senza dar conto di nulla. La vicenda della chiusura del carcere di Spinazzola è emblematica e sta facendo riflettere. Vuoi per la lettera aperta diffusa dal Centro Studi “Aldo Moro” presidente avv. Pasquale Di Noia, il quale segna vistosamente la validità del carcere depredato di tutto: detenuti, uomini della Polizia Penitenziaria, di una sperimentazione di valenza nazionale, nonché di automezzi e suppellettili e come vedremo dello stesso immobile. Vuoi anche per il richiamo intenso che entra nel cuore, della missiva inviata al Consiglio Comunale da don Michele Lombardi, il quale ha richiamato tutti a dare alla città: “una nuova primavera”. Scrive il parroco:“la chiusura dell’ospedale, del carcere…devono suonare come campanelli di allarme…come suonerie assordanti di sveglie lasciate senza pile per tanto tempo nei cassetti delle nostre case, devono convincerci che se vogliamo difendere il nostro territorio dobbiamo superare colori e bandiere, mettere da parte le gelosie. Ora è tempo di riprendere ciò che ci appartiene, non per capriccio o per principio, ma per un senso di giustizia a chi nel tempo ha pensato di rendere bella, accogliente, ricca e preziosa la nostra amata Spinazzola investendo risorse economiche e umane”. Purtroppo però questo non corrisponde a quello che intendono fare qui altri. Ritorniamo al carcere ripercorrendo per date la sua dismissione. Il 26 luglio il provveditore regionale Giuseppe Martone comunica che con decreto del 16 giugno l’ex Guardasigilli Angelino Alfano ha disposto la chiusura della struttura di Spinazzola. Siamo in una Italia strana. E’ noto, un decreto da Roma per giungere a Bari ci impiega molto, ma quaranta giorni sono davvero tanti. Capisci i tempi della burocrazia, ma questa volta i messaggeri davvero lenti devono essersela fatta a piedi. Tra le due date c’è quella dell’8 luglio, in Comune si celebra una di quelle bufale che entreranno nella storia. Invitati dal sindaco Nicola Di Tullio, gli onorevoli Pierfelice Zazzera (Idv) Benedetto Fucci (Pdl), Presidente della Provincia Francesco Ventola, lo stesso provveditore Martano, sindacati, si incontrano per decidere il futuro del carcere di Spinazzola. E in modo unanime, fatta eccezione del sindacato Osapp, tutti propendano per il suo potenziamento. In quella circostanza nessuno svela che la fine del carcere era stata di già segnata e con “il morto nascosto sotto il letto” c’è stato chi si è fatto fotografare, ha brindato, e poi si è dato appuntamento a Roma per incontrare il dirigente del dipartimento del Ministero Franco Ionta, l’uomo che segna la sorte delle carceri. “Si va a Roma, si va a Roma, problema risolto” Tanto più, che a volere fortemente la crescita del carcere di Spinazzola -seriamente- per la sperimentazione in atto nella struttura, c’è la commissione parlamentare contro gli errori sanitari presieduta da Leoluca Orlando. Macché Roma! A tempo di record ecco cosa è successo: il 28 luglio Martone, alla chetichella scrive all’Agenzia del Demanio per riconsegnare l’immobile (carcere), cabina elettrica compresa, di Spinazzola. Può farlo? Non può farlo senza coinvolgere altri? E chi lo sa: lo ha fatto! Dopo due giorni, sempre Martone, dispone il trasferimento dei detenuti. Parenti in lacrime intasano il centralino del carcere per sapere dove sono stati trasferiti i loro congiunti. Ed ancora, passano altri due giorni arriva il rientro nelle loro sedi della Polizia Penitenziaria in forza a Spinazzola. Caspita però se uno ci pensa! Un decreto per arrivare da Roma a Bari ci impiega una eternità, per smantellare una struttura bastano meno di quattro giorni. Perché tanta fretta? Ma la ciliegina finale è questa. Lo stesso sindacato Osapp che ha festeggiato come propria vittoria sul suo sito la chiusura del carcere di Spinazzola propone un nuovo utilizzo della struttura. Questa: “sulla struttura dismessa di Spinazzola, il sindacato OSAPP alla luce degli episodi di Bari “Cara extracomunitari”, propone di valutare per i migranti al pari della struttura Jonica (Massafra), la destinazione a CARA (Centro Richiedenti Asilo) al fine di dar ossigeno ai due Centri del S. Paolo di Bari e quello della Cittadina di Palese. Spinazzola potrebbe proporsi per una nuova destinazione d’uso dell’ex Carcere da porre sotto la vigilanza della Polizia di Stato e delle Associazioni di Volontariato del posto la cui ospitalità potrebbe arrivare fino a 100/150 persone migranti in attesa di autorizzazione e/o espulsione dal territorio italiano”. Don Michele Lombardi sembra aver proprio ragione: “è tempo di riprendere ciò che ci appartiene, non per capriccio o per principio, ma per un senso di giustizia”.

Aggiornamento
TESTO DELL'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12988
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 512 del 03/08/2011
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/08/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 03/08/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 03/08/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 03/08/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 03/08/2011
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 03/08/2011
Destinatari
Ministero destinatario:MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 03/08/2011
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12988
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 3 agosto 2011, seduta n.512

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
l'istituto penitenziario di Spinazzola con capienza massima di 68 posti, fu attivato il 1° dicembre 2004 per volontà del provveditore dottor Rosario Cardillo;
nel maggio 2005, con decreto del Ministro, il carcere assunse la denominazione di «Istituto penitenziario per adulti sezione staccata di Trani»;
per gli effetti del provvedimento di indulto nel 2006 l'istituto penitenziario fu svuotato e il personale distaccato fu fatto rientrare in Basilicata;
in seguito, il provveditore dell'amministrazione penitenziaria, dottor Angelo Zaccagnino, ridefinì l'istituto, dirottandovi tutti i detenuti sex offenders, ovvero persone macchiatesi di reati a sfondo sessuale;
in tal modo la struttura fu resa di nuovo operativa, ma all'aumento del numero dei detenuti, non corrispose l'integrazione del personale di polizia penitenziaria;
peraltro i detenuti sex offenders richiedono una particolare competenza da parte del personale penitenziario;
nel settembre 2008, con decreto ministeriale, il carcere perse i connotati di appendice di Trani, diventando istituto autonomo e con un proprio direttore, rimanendo tuttavia irrisolto il problema della carenza di personale, nonostante i solleciti della direzione e del provveditore regionale dottor Gaspare Sparacia;
per mesi il personale penitenziario dell'istituto ha auspicato, invano, la trasformazione della condizione lavorativa da temporanea ad effettiva, anche al fine di garantire piena operatività nella ricezione dei detenuti;
il Governo, anziché varare un decreto per garantire il potenziamento della struttura, ha disposto con decreto ministeriale del 15 giugno 2011, la soppressione dell'istituto di Spinazzola, sezione staccata degli istituti penali di Trani; decisione che è stata comunicata dal provveditore regionale, dottor Giuseppe Matone, in data 26 luglio 2011;
la chiusura del carcere di Spinazzola consentirebbe, a detta del Ministro della giustizia «una economicità di risorse complessive coerente con l'attuale contrazione delle complessive disponibilità finanziarie e di personale»;
a seguito del citato provvedimento ministeriale, il personale di polizia penitenziaria è stato trasferito ad altre sedi, rimanendo tuttora distaccati presso il carcere in questione solo cinque agenti e la direttrice, anch'essi in attesa del trasferimento;
a giudizio della prima firmataria del presente atto la chiusura dell'istituto di pena pugliese appare una scelta vieppiù paradossale visto e considerato: a) che il denaro pubblico speso per la sua costruzione ammonta a circa otto miliardi delle vecchie lire e che il flusso di soldi investiti per attrezzarlo e, soprattutto, per «formare» il personale di polizia penitenziaria assegnato nelle funzioni di custodia dei cosiddetti «sex offenders» è stato sempre molto elevato; b) che nel richiamato istituto di pena le condizioni di vita della popolazione reclusa risultavano essere più che accettabili, ciò è dimostrato anche dal fatto che al suo interno non si erano mai registrati atti di autolesionismo o tentativi di suicido da parte dei detenuti; c) che in tutti questi anni, nonostante il ridotto numero degli agenti e del personale di assistenza, la struttura è sempre stata gestita ottimamente ed in piena efficienza; d) che alla chiusura del carcere conseguirà anche la soppressione di un percorso sperimentale contro la recidiva dei detenuti per reati legati alla sfera sessuale finanziato con oltre 100mila euro dal direttore sanitario della ASL/BT, dottor Francesco Polemio;

su La Gazzetta del Mezzogiorno, in data 27 e 28 luglio 2011, sono apparsi due articoli scritti da Cosimo Forina proprio in relazione alla soppressione dell'istituto di pena di Spinazzola; il primo intitolato: «Beffa a Spinazzola, chiude il carcere»; il secondo: «Detenuti contro la chiusura»;
la decisione del Ministro della giustizia ha indotto i detenuti del carcere di Spinazzola ad intraprendere uno sciopero della fame ad oltranza ed è stata fortemente osteggiata da tutte le sigle sindacali della Polizia penitenziaria (eccetto l'OSAPP). In particolare Giampiero Pantaleo, Luigi Pelle e Vincenzo La Monaca, rispettivamente vice segretario nazionale e segretari regionali dell'UGL Polizia Penitenziaria, hanno dichiarato quanto segue: «Una vicenda che ha il sapore della commedia dell'assurdo! Infatti con un provvedimento "balneare" il Ministero della giustizia ha disposto la chiusura della struttura, evitando di affrontare la questione della sua destinazione d'uso, che l'UGL Polizia Penitenziaria teme possa diventare l'ennesima cattedrale nel deserto, al pari di altre strutture aperte e poi chiuse, ovvero mai aperte. La tempistica del provvedimento appare strana, forse funzionale ad evitare che sulla "questione Spinazzola" potessero attivarsi i canali mediatici e politici per riflettere adeguatamente sull'opportunità della chiusura dell'Istituto, vera eccellenza trattamentale nel panorama non solo regionale, ma anche nazionale, determinata anche dalla proficuità di un'attività formativa specifica a vantaggio del personale sulla gestione dei sex offenders, costata non poco alle casse dello Stato e agli stessi che l'hanno affrontata, rimettendo in gioco la propria professionalità. Alla luce della sospetta antisindacalità dell'attività svolta dal Provveditorato, che ha fatto "piovere addosso" la chiusura del carcere ai colleghi senza socializzare preventivamente alcunché alle organizzazioni sindacali, che hanno appreso la notizia dai mezzi di informazione! Il Provveditorato Giuseppe Martano avrebbe dovuto convocare una conferenza di servizi, ai sensi della legge n. 241 del 1990, allargata a tutti gli enti del territorio coinvolti, avendo invece provveduto alla chiusura solo discutendo nel "chiuso delle proprie stanza": correttezza avrebbe voluto che su di una questione talmente importante fosse avviato un pubblico confronto con ASL, comune, provincia e regione, evitando di "bussare" alla loro porta solo per presentare problemi irrisolvibili. Ovviamente, tra le righe del provvedimento ministeriale e delle determinazioni regionali si coglie la volontà di risolvere un problema inesistente, quello di Spinazzola, nell'illusione di porre rimedio a quello atavico della gestione degli Istituti Penali di Trani»;
nelle prossime settimane l'amministrazione penitenziaria bandirà le prime gare per la costruzione di nuovi padiglioni, il che, a giudizio della prima firmataria del presente atto, rende oltremodo incomprensibile, tragicomica ed illogica la chiusura del carcere di Spinazzola, struttura che rispondeva a tutti i parametri imposti dall'Europa e che era in grado di ospitare in condizioni ottimali circa una ottantina di detenuti -:
per quale motivo prima di disporre la chiusura del carcere pugliese, non sia stata convocata una conferenza di servizi, ai sensi della legge n. 241 del 1990 allargata a tutti gli enti del territorio coinvolti;
a quanto ammontino i costi relativi alla costruzione e successiva «attivazione» del carcere di Spinazzola;
quanto sia costata alle casse dello Stato l'attività formativa specifica svolta a vantaggio del personale di polizia penitenziaria assegnato presso l'istituto di pena pugliese in merito alla gestione dei detenuti cosiddetti sex offenders;
quale sarà la prossima destinazione d'uso dell'immobile all'interno del quale era ubicato il carcere di Spinazzola;
se il Ministro attraverso un apposito decreto, intenda rivedere la decisione che ha portato alla soppressione dell'istituto di pena pugliese in modo da garantire il rilancio della struttura carceraria di Spinazzola integrando il personale di polizia penitenziaria in essa operante e dando così valore al denaro pubblico fino ad oggi investito. (4-12988)

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