martedì 29 novembre 2011

TRASPORTI PUBBLICI - COLLEGAMENTI SEMPRE PIÙ RARI - UNO SNODO IMPORTANTE
La stazione è il punto di arrivo della ferrovia che parte da Barletta ma anche crocevia con la Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio
CORSE CANCELLATE
Ormai i collegamenti ferroviari sono sempre meno frequenti: soltanto sei le corse di collegamento con la costa
«Ferrotel» simbolo dell’isolamento
Spinazzola, desolante l’immagine della struttura delle ferrovie chiusa e devastata
di COSIMO FORINA
Porta d’ingresso e finestre del primo piano sono state chiuse, murate, per evitare ulteriori assalti all’ex struttura del “Ferrotel ”, questa la soluzione adottata dalla proprietà dopo l’articolo pubblicato dalla “Gazzetta” che documentava la devastazione effettuata al suo interno. Anni di saccheggio e di
disinteresse finiti ultimamente nella cronaca solo perché curiosando nella stazione ferroviaria di Spinazzola, nei giorni in cui si adombrava la sua imminente totale chiusura, abbiamo avuto modo di
documentare, fotografando, la rovina. Certo, ora con questo provvedimento di “tombatura ” parziale si spera di aver evitato l’ulteriore razzia, tuttavia appare paradossale che si corra ai ripari, su di un bene pubblico, solo perché la sua condizione sconcertante di abbandono finisce nelle colonne di un giornale. Perché non si è pensato prima a proteggere questo edificio, magari subito dopo aver deciso di non utilizzarlo più al fine della sua conservazione, oppure di darlo in gestione per assicurare lo stesso obiettivo o magari venderlo? La “pezza” come si suol dire, messa dopo, non può che far scaturire riflessioni. Lo storico “Fer rotel” di Spinazzola era la dimostrazione più autentica dell’importanza e della funzione che aveva la sua stazione ferroviaria. Non solo punto di partenza e di arrivo della tratta Barletta-Spinazzola, ma anche di quella della Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio, che spingendosi sino a Foggia collega con i suoi binari, da qualche tempo non più utilizzati, il Tavoliere della Puglia con l’accesso all’area Ionica per merci e passeggeri. Chi aveva ideato, progettato e realizzato quelle vie ferrate, siamo alla fine degli anni del 1800, prima e dopo l’Unità d’Italia, aveva considerato, proprio Spinazzola come cuore pulsante e funzionale di quella realtà con i suoi sviluppi e risvolti economici per il territorio. E qui che i ferrovieri con varie funzioni sostavano per la notte per far ripartire le littorine che avevano il grande merito di unire le città facendole uscire dall’isolamento. Questo il guizzo, l’idea, per far giungere nelle aree interne “il progresso”. Oggi la politica di Trenitalia e quella della Regione Puglia, in nome della economicità,
sembra condannare l’entroterra all’esclusione. Facendo regredire i servizi e le opportunità di un’area vastissima. Paradossalmente proprio ora che si vuole, utilizzando il treno, far giungere anche il flusso del turismo dalla costa al territorio pedemurgiano e al Parco dell’Alta Murgia. Cercando di dare così nuova vitalità alle città, alle loro peculiarità storiche, ambientali, paesaggistiche e della tradizione. Il cinico indicatore dei numeri concepito in: “spesa - ricavo ” con cui si muove la società “moderna” sembra prevalere su tutto. Anche sul buon senso. Perso lo spirito con cui un opera la si concepiva e la si rendeva fruibile con lo scopo di portare ricchezza in zone represse del Paese. Ed ecco perché la risposta sbrigativa allo scandalo, appare persino scarsa. Cosa resta dietro e fuori le mura della costruzione simbolo. All’interno dell’immobile fatiscente, lo smembramento ed il continuo decadimento per le infiltrazioni d’acqua e quant’altro, fatto salvo investimenti, con soldi che non ci sono, per la sua riattivazione. All’esterno un insieme di binari morti, non perché la via ferrata si interrompe, ma perché bloccata nella sua funzione. Solo sei le corse da dicembre sulla tratta Barletta-Spinazzola. Nessuna più da settembre sulla Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio. Ed il muro che sbarrano porte e finestre oggi del “Ferrotel ” viste le premesse, non è escluso possa estendersi a tutta la stazione.

mercoledì 23 novembre 2011

Spinazzo Nius quarta puntata












lunedì 14 novembre 2011

E’ PROPRIO VERO: IL TEMPO È GALANTUOMO!
"Emergenza ambientale e di legalità da "Green Economy Industriale"!"
Roma 12 novembre 2011
Conferenza stampa del Comitato nazionale contro Fotovoltaico ed eolico nella aree verdi. Con: Carlo Ripa di Meana, Presidente del Comitato nazionale del Paesaggio; Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale in Commissione Ambiente; Oreste Rutigliano, Consigliere nazionale Italia Nostra; Oreste Caroppo, Gianluigi Ciamarra e Nadia Bartoli per il Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi; Enzo Cripezzi, LIPU NAZIONALE; Nicola Frenza, Osservatorio Legalità; Mario Iannantuono, Presidente Sezione Italia Nostra Campobasso; Antonio Colucci e Vitantonio Iacoviello



L’intervento di Carlo Vulpio il 18 maggio 2011 nella trasmissione “Ci tocca anche Sgarbi”


Il risultato dopo l’intervento:
Carlo Vulpio e Vittorio Sgarbi sono stati silenziati, la trasmissione chiusa alla prima puntata, mentre i “professionisti” della libertà della informazione hanno rivolto il loro sguardo altrove. Come non ricordare il sarcasmo di Santoro, Vauro, Travaglio ad “Anno Zero” dopo la chiusura della trasmissione anche quando Nicola Vendola detto Nichi con la sua giunta regionale preannunciava querele contro Vulpio e Sgarbi? E che dire della mancata pubblicazione della lettera di Vulpio sul “Fatto Quotidiano” diretto da Padellaro? E della macchina del fango attivata prima e dopo la trasmissione, anche verso tutti i giornalisti della redazione da parte dello stesso giornale, quotidianamente, con articoli a firma di Tecce?
Vulpio e Sgarbi hanno tentato di raccontare prima di altri quello che sta succedendo al paesaggio italiano, le conclamate infiltrazioni mafiose nelle rinnovabili, la necessità di difendere il territorio.
Solo chi vuol continuare ad essere cieco e sordo può affermare di non aver capito il perché i due sono stati fermati.