lunedì 19 dicembre 2011


L’AFFAIRE RIFIUTI
UN «CASO» CHE TIENE BANCO

Grottelline, i retroscena dell’ultima inchiesta
Spinazzola a rumore per le intercettazioni contenute nel fascicolo
di COSIMO FORINA
“Grottelline” continua a stupire. E il “don Carlo” non è solo un personaggio verdiano, ma anche il modo in cui l’ing. Carmine Carella si rivolge al telefono in modo ossequioso al suo datore di lavoro Carlo Dante Columella passato nel giro di qualche lustro da probo meccanico a patron dei rifiuti in Puglia con la sua società Tradeco di Altamura. L’annotazione è dei carabinieri del Noe di Bari a margine di alcune intercettazioni datate 2008 nell’ambito dell’inchiesta sanità-rifiuti che vede implicato anche l’ex assessore regionale alla sanità Alberto Tedesco, oggi senatore della Repubblica. L’attenzione degli inquirenti si estende in quel periodo sulla costruzione della discarica a “Grottelline ” nel territorio di Spinazzola destinata al Bacino Ba/4, concessa all’Ati Tradeco-Cogeam, dove Carella svolgeva attività di tecnico professionista. Sito che avrebbe dovuto sostituire la discarica gestita da Columella nella località “le Lamie” ad Altamura che anziché chiudere nel 2007. ottiene ulteriori proroghe in attesa dell’avvio della discarica di Spinazzola. Gli investigatori, su mandato della direzione distrettuale antimafia di Bari, puntano il loro orecchio elettronico sul numero di utenza del Carella e di Columella, tanto per la loro capacità ad ottenere permessi impensabili in Regione e Provincia a favore del gruppo che in base alle rivelazioni fornite dal collaboratore di giustizia Vincenzo Laterza. Il quale ha raccontato alla Dda di Bari della sua aggressione perpetrata con Biagio Genco (caso di lupara bianca) il 4 luglio 2006 ai danni del giornalista direttore di Radio Regio di Altamura Alessio Di Palo. Cronista al quale in un primo momento i due sgherri affiliati al boss Bartolo Dambrosio (ucciso nel settembre 2010) per un posto di lavoro promesso nella Tradeco avrebbero dovuto sparare, gambizzandolo, su mandato di Domenico Ciccirelli autista della Tradeco in ragione della ostinata attenzione che Di Palo poneva a tematiche ambientali ed in particolare al mondo dei rifiuti gestito da Carlo Dante Columella, ivi compreso l’impianto di Grottelline. Torniamo al “don”. Al momento delle intercettazioni che seguono, febbraio 2008, “Grottelline ” era di già sottoposta a sequestro probatorio da parte della Procura della Repubblica di Trani, pm Michele Ruggiero, per anomalie sul progetto e per la salvaguardia del sito Neolitico scoperto il loco dall’Università di Pisa. Ciò nonostante il padrone Columella e l’ing. Carella si confrontano telefonicamente sul da farsi. Carlo Columella sembra certo di superare ogni ostacolo ed annuncia di voler comprare le macchine necessaria ad attivare la discarica di Spinazzola. L’ingegnere frena e fa notare di non aver ricevuto dalla sua segretaria, Lucia Castoro, i rilievi. Gli ribatte Carlo Dante Columella alterando la voce che non è cambiato niente. La discussione si sposta poi sul telo con cui si dovrebbe coibentare la cava. A riguardo Columella fa il nome di una potenziale società fornitrice e l’ingegnere risponde così: «Basta qualcuno con i requisiti per la certificazione, ovvero dell’iscrizione per la categoria ex 19e». Della serie inutile andare per il sottile, tutto si aggiusta. Anche quando durante i lavori a Spinazzola erano stati rinvenuti nella cava prima dei rifiuti, per cui era stato necessario bloccare i lavori, che alcune grotte proprio sotto dove era stato previsto “sulla carta” senza rilievi diretti, l’impianto di biostabilizzazione. L’ing. Carella, tecnico che per il suo “don” salta da un impianto all’altro del gruppo posti in varie località della Regione, assicura tanto Columella come altri componenti che operano nelle varie società che la situazione è sotto controllo. Da cosa è dovuta questa certezza? Annotano i carabinieri del Noe: «Dalle intercettazioni svolte sin a questo momento emerge senza possibile equivoco la grande influenza esercitata dal titolare della Tradeco, Carlo Dante Columella, in settori politici amministrativi, circostanza che ha certamente favorito la crescita dell’azienda dello stesso gestita nel settore dei rifiuti». A conferma viene captata una telefonata di Nico D’Ambrosio cugino del boss ucciso, che per le sue dichiarazioni ha portato l’ex sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano a richiedere le sue dimissioni dal consiglio comunale di Altamura: «Si sentono in sottofondo voci maschili le quali fanno riferimento a Columella ed al suo potere che è tale da riuscire ad ottenere qualunque autorizzazione e/o certificato”. Se “don Carlo” sia più un manzoniano “don Rodrigo” toccherà ai magistrati definirlo, al momento risulta con il figlio Michele e cognato Francesco Petronella indagato per la gestione dei rifiuti ospedalieri con Alberto Tedesco.
L’INDIFFERENZA PER TERRITORIO E AMBIENTE
Una presenza ritenuta «scomoda» quella delle grotte nel sottosuolo murgiano
Così Carmine Carella, in una intercettazione, ricostruita dal Noe sottoponeva la scoperta delle grotte a tale Mimmo Diomeda: «sono sul cantiere di Spinazzola ed ho fatto delle verifiche, perché stiamo procedendo alla realizzazione delle fondazioni e probabilmente in prossimità del confine est potrebbero essere interessate le strutture delle fondazioni delle grotte che sono sottostanti sulla parte che degradava sulla gravina, allora per evitare problemi bisogna spostarci». Diomeda consiglia un sopralluogo oppure la necessità di fare un incontro urgente. Carella chiede: «pensi che ci voglia una conferenza (di servizi ndr) per lo spostamento planimetrico?» Risposta: «dobbiamo capire, se bisogna fare una variante, se ci sono i tempi giusti, bisogna rifletterci un po’. Fate delle proposte operative sempre informali. Ma tu ti vuoi spostare all’interno della cava?» Carella risponde di no «stiamo parlando dell’impiantistica, delle grotte sottostanti». Afferma Mimmo: «uno fa i sondaggi e dice, per cui è necessario veramente spostarci». Aggiunge Carella: «io ho avuto contatti con la dirigente della sovrintendenza dell’area archeologica e costei le ho accennato della presenza di alcune grotte, siccome hanno avuto una contezza diversa dello stato dei luoghi alla luce di queste cose che ci siamo dette, ora ci stiamo ponendo il problema e questo è uno dei parametri c’è ne uno di sicurezza, perché dobbiamo mantenere questa autorizzazione dovremo arretrarci da un lato e tirarci sopra». Conclude la telefonata Diomeda: «prepara un paio di soluzioni e propinale alla sovrintendenza
LE EMERGENZE RILEVATE DAGLI STUDIOSI NELLA ZONA DI «GROTTELLINE»
In zona un sito neolitico e una rara chiesa rupestre
Non bastava il sito Neolitico scoperto dall’Università di Pisa a mettersi come bastone tra le ruote per “don Carlo” Dante Columella che aveva portato all’azione del sequestro della Procura di Trani ed a dichiarare tra gli indagati lo stesso ingegnere Carmine Carella. Quelle grotte rinvenute durante i lavori e non prima nella fase di progettazione della discarica a “Grottelline ” sono in realtà una chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi, una rarità. A dirlo è lo stesso perito nominato dall’Ati Tradeco-Cogeam, l’archeologo Michele Sicolo, chiamato in causa per periziare la necessità
dello spostamento dell’impianto previsto di biostabilizzazione, progetto che arriverà a firma di Carmine Carella sul tavolo della Regione Puglia, variante che convince per l’approvazione il dirigente Antonello Antonicelli dell’assessorato all’ambiente sorretto da Michele Losappio. Cosa altro sorprende in quel periodo. La maggioranza dell’amministrazione Comunale con il sindaco Carlo Scelzi, divenuto nel frattempo presidente dell’Ato Ba/4 a cui la discarica è destinata, prima contraria all’impianto poi favorevole alla discarica, in un consiglio comunale approva il progetto proposto dall’Ati Tradeco-Cogeam di variante, nonché la creazione sempre a “Grottelline ” di un impianto per il trattamento dei rifiuti umidi ed il deposito per quelli della frazione secca. Anche perché, dichiara nell’assise l’assessore verde Giuseppe Tarantini vi sarà la creazione di un viale che porterà i turisti a vedere la chiesa rupestre e il sito Neolitico a spesa dell’azienda. Non solo, a crescere rispetto al primo progetto della discarica saranno le aree verdi che un giorno verranno consegnate al comune di Spinazzola. Una visione di usufruire di una area archeologica davvero stupefacente: tra storia e mondezza.

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