mercoledì 4 gennaio 2012

GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO- NORD BARESE 4 gennaio 2012
AMBIENTE
L’EQUIVOCO «GREEN ECONOMY» ALTRO CHE TURISMO
L’invasione di tralicci e pannelli ha già comportato un pesante impatto sul territorio. Ma il peggio è in arrivo
Eolico e fotovoltaico nuovi impianti in vista
Spinazzola, il paesaggio sempre più a rischio
di COSIMO FORINA
Gli impianti fotovoltaici e del minieolico di recente realizzati, posizionati nei vari ingressi di Spinazzola, che si arrivi da Minervino Murge o dalla direttrice Gravina, non sono il massimo per una città che ambisce attraverso l’amministrazione Comunale guidata dal sindaco Nicola Di Tullio a candidarsi da agricola, specializzata nella monocoltura cerealicola, a turistica: per attitudine ambientale, storico, culturale. Un brutto impatto destinato persino a peggiorare. Tanto per i progetti già presentati per consumare altro territorio della città con eolico e fotovoltaico a gogò, che per la moltitudine, ancora peggiore della prima, di procedure di valutazione di impatto ambientale avanzate nei paesi vicini di Puglia e Basilicata. Denunciati e contrastati quest’ultimi dalla sola “Ola” Organizzazione lucana ambientalista. Una vera selva di pali smembra paesaggio, a centinaia, come gli ettari che si vogliono occupare coltivati e di pregio. Devastazione camuffata in nome della “Green Economy”. Sempre più “E conomy” che nulla ha di “verde ” finalizzata grazie agli incentivi in Italia più alti d’Europa, pagati dai contribuenti, a gonfiare, senza abbattere in modo consistente Co2 fossile in atmosfera come nelle intenzioni del protocollo di Kyoto, con milioni di euro i soli portafogli delle lobby degli industriali del vento e del sole. Piombati da ogni dove, dalla penisola e dall’estero: Cina, Spagna, Germania, in regioni fertili per l’affare, gravide non solo dall’accondiscendenza della politica, ma anche da infiltrazione di criminalità comune e mafiosa. Come avvenuto in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna che ricorda nel suo aspetto peggiore quel che avvenne nell’ottocento a Klondike, west nordamericano, con i cercatori di pepite d’oro. Chiamato a fare da argine nei giorni scorsi al disfacimento del Belpaese, l’Italia, difesa nel suo paesaggio finanche dall’Art. 9 della sua Costituzione che i Padri Costituenti, incluso il giovane, poi statista, Aldo Moro, riservavano una tutela piena e preminente, il Presidente del Consiglio Mario Monti e i suoi Ministri. Attraverso una denuncia-richiesta di moratoria su tutti gli impianti eolici e fotovoltaici a terra avanzata dal Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi, che vede tra i suoi attivisti: Nadia Bartoli, l’avv. Gianluigi Ciamarra, Oreste Caroppo, Nunzia Ranaldo, Vitantonio Iacoviello e sottoscritta per contenuti ed istanze da altre associazioni ambientaliste italiane. Nel documento rivolto al presidente Monti accompagnato da supporto scientifico vengono evidenziati i danni attuati ed i rischi per l’ambiente e per la salute dovuti da questi impattanti impianti industriali. In particolare: “desertificazione artificiale, la cancellazione della biodiversità in estesissime aree, lo sterminio dell’avifauna per i volatili falcidiati in volo dalle pale rotanti, il danno al suolo ed al sottosuolo per estese profonde cementificazioni per i basamenti delle torri eoliche, tracce scavate per i cavidotti, movimentazioni terra impressionanti, azioni di diserbo selvaggio sotto i pannelli fotovoltaici, nonché danni pesanti a tutto il settore turistico, ad iniziare da quelle forme emergenti e virtuose di sviluppo turistico di qualità, alternativo, destagionalizzato, di tipo rurale, agrituristico, culturale e naturalistico, nonché costiero e culturale balneare, proprio ora che il turismo in Italia segna un considerevole incremento del 7% - in controtendenza su altri settori economici. Sviluppo su cui punta in modo determinante il suo futuro anche Spinazzola.

L’INTERVENTO L’ALLARME LANCIATO DAL DOTT. GIUSEPPE MISEROTTI, DELL’ISDE DI PIACENZA
«Ecco tutte le malattie provocate dagli impianti»
Tra gli allegati giunti al Presidente del Consiglio Mario Monti, che ben meriterebbero l’attenzione di tutti i sindaci italiani, anche la relazione redatta dal dott. Giuseppe Miserotti, presidente Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Piacenza, ISDE Piacenza. Il quale ha documentato con propri studi e puntuale letteratura scientifica i rischi sulla salute umana, animale e ambientale delle torri eoliche. Tra i passaggi salienti della richiesta di moratoria, il Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi, non contrario agli impianti sui tetti industriali, di edifici pubblici e privati di nuova attuazione, ha evidenziato a Mario Monti e ai suoi Ministri come: «le attuali leggi non prevedono ad esempio neppure una sufficiente davvero distanza minima degli impianti dalle vicine abitazioni, venendosi così a verificare assurde imposizioni e limitazioni all’altrui proprietà, con evidente e grave pregiudizio, in danno di quanti siano costretti a subire gli effetti negativi della vicinanza di vasti impianti: anomali effetti visivi, abbagliamento, offuscamento, surriscaldamento dell’area circostante, dispersione di nocivo cadmio (relativamente al fotovoltaico), di tossico neodimio (presente nei magneti delle turbine eoliche), e altri elementi e micro particelle di sostanze inquinanti, diserbanti e solventi (per il fotovoltaico), sollevamento di polveri da desertificazione artificiale dei suoli, nebulizzazioni degli oli di lubrificazione (per le turbine eoliche)». Miserotti si è soffermano sui rumori persistenti e incessanti delle turbine eoliche causa di stress psicologico, depressioni, squilibri ormonali, infertilità, disturbi del sonno e problemi di memorizzazione e d’apprendimento nei bambini in età scolare, (che annoverano già in Italia anche casi di suicidi da “sindrome da turbina eolica”, per quanti non hanno avuto i mezzi economici e/o la forza d’animo per trasferirsi via dalle familiari ed ataviche aree oggi così vandalicamente aggredite!)». «Si aggiunga, - si afferma nell’istanza, - il grande rischio per l’incolumità delle persone dovuto al lancio di frammenti di pale, anche di dimensioni notevoli, che possono giungere persino a gittate massime di due chilometri di distanza (da letteratura), a seguito di rottura a fatica delle pale, o di altri cedimenti delle turbine; la casistica di questi incidenti si va tristemente e preoccupantemente incrementando giorno dopo giorno nella letteratura tecnica internazionale sull’argomento. Per non parlare poi del pericolo per la navigazione aerea (e dei giorni scorsi, 9 nov. 2011, la tragica notizia dello schianto mortale di un elicottero di eliosoccorso 118 contro delle mega torri eoliche, in Sicilia) e per la navigazione nel caso dell’ubicazione off-shore delle torri in aree ad alto traffico, come ad esempio è nel caso dei progetti eolici folli nel Canale d’Otranto. Interferenze che sono altrettanto se non addirittura maggiori per la fauna la microfauna e la biodiversità più in generale”. E queste la chiamano “Green Economy” “economia verde” anche a Spinazzola. Un territorio che potrebbe essere ora salvato dalla moratoria e dal buon senso.

Nessun commento:

Posta un commento