domenica 20 gennaio 2013


AMBIENTE
UNA NUOVA TUTELA

Veri e propri corridoi ecologici tra la Puglia e la confinante regione Basilicata
Area prioritaria per la Comunità Europea per la presenza dell’unica popolazione di «Salamandrina terdigitata» in Puglia
I valloni sotto il segno della «salamandrina»
La zona di Spinazzola diventa «Sito di importanza comunitaria»
di Cosimo Forina
Visti dal satellite i Valloni di Spinazzola sembrano radici che solcano il territorio. Il loro verde intenso contrasta con i campi manipolati dall’uomo a coltura prevalentemente cerealicola.
Da alcuni mesi questa terra, ancora per fortuna quasi del tutto incontaminata, è diventata un Sito di importanza comunitaria (Sic) andando ad accrescere la rete Natura 2000 della Puglia.
La ragione, oltre a numerose specie animali in questo eco-sistema, la si deve ad un piccolo anfibio endemico dell’Italia meridionale di grande interesse conservazionistico: la “Salamandrina Terdigitata”. Quello di Spinazzola è il primo sito noto per la Puglia. Il presidente del Wwf Puglia, Leonardo Lorusso, nell’annunciare questa importante scoperta così si esprimeva: «I soci del Wwf, in collaborazione con gli esperti della Societas Herpetologica Italica hanno studiato un autentico scrigno di biodiversità, nel comune di Spinazzola. La cosa più straordinaria è che si è attivato un processo bottom-up: i cittadini hanno segnalato, circostanziando con scientificità i luoghi meritevoli
di tutela. La Regione ha validato e avviato l’iter di istituzione di un nuovo sito di interesse comunitario». I “Valloni di Spinazzola” sono diventati così quella testimonianza da tutelare e rispettare. Ecco lo stralcio del documento che accompagna la richiesta di tutela: «L’area, posizionata nelle Murge Nordoccidentali, è caratterizzata da residui boschi mesofili e piccoli corsi d’acqua, circondati da seminativi. In detta area, sono state rinvenute specie la cui protezione è considerata prioritaria dalla Comunità Europea, tra cui l’unica popolazione di “Salamandrina terdigitata ” nota per la Puglia. La specie è stata riscontrata in un torrente perenne all’interno di una stretta valle caratterizzata da una perticaia di Cerro (Quercus cerris) assimilabile all’habitat delle “Foreste pannonico-balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”. Il ritrovamento diquesta specie e di contingenti numerosi di “rana italica”, conferisce a questo sito un’elevata rilevanza erpetologica, anche in considerazione che, per le specie citate, rappresenta il limite dell’areale conosciuto. Il sito presenta inoltre popolazioni di altre specie di interesse conservazionistico e ospita anche specie ornitiche, assai rare o addirittura assenti dal restante territorio regionale (ad eccezione del Gargano e del Subappennino Dauno) quali: il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), l’Allocco (Strix aluco), il picchio muratore (Sitta europaea), il pecchaiolo (Pernis apivorus). Tra i mammiferi, spicca la presenza del «Toporagno acquatico di Miller» (Neomys anomalus), ma sono state osservate anche tracce di istrice (Hystrix cristata), tasso (Meles meles), faina (Martes foina), e soprattutto del lupo (Canis lupus). I Valloni rappresentano dei veri e propri corridoi ecologici tra la Puglia e la confinante Basilicata. L’area, inoltre, appare di rilevante valore per il parco Regionale “Valle dell’Ofanto” essendo ubicata alle sorgenti del torrente Locone il cui corso è inserito in parte nell’area parco». Non sarà tra l’altro sfuggito, certamente ai più, che all’interno della descrizione si giunge anche a determinare la presenza del lupo in forma stanziale sul territorio. Una ricchezza. L’insieme delle aree protette Parco dell’Ofanto, Parco della Murgia, oggi la zona Sic dei Valloni determinano una grande opportunità anche per la città, che si aggiunge a quelle storiche, archeologiche, architettoniche. Un mix difficilmente riscontrabile altrove. Qui nella terra della Salamandrina Tertigitata, eretta a simbolo del “Valloni” d’obbligo quindi è pensare alla tutela dell’ambiente che deve portare a cambiare anche il concetto di coltura e uso del territorio.

E adesso saranno più difficili le alterazioni dell’ecosistema dell’Alta Murgia

Il tentativo di assalto al territorio in questi anni, proprio sulle terre coltivate confinanti con i verdi Valloni di Spinazzola è cosa assai nota. Su questo tratto gli industriali del vento e del sole hanno posto da tempo, con centinaia di proposte di progetti, l’attenzione per concretizzare i loro interessi. Non sono state innalzate, per una serie di vicissitudini di cui si è occupata la Gazzetta, le alte torri smembra-paesaggio, anche se di recente sono comparse le prime turbine del mini eolico. Ma non mancano di già alcuni ettari di terreni tombati con pannelli fotovoltaici. L’istituzione di una zona Sic richiama a rimuovere e prevenire ogni turbativa che possa alterare l’eco-sistema esistente, sia al suo interno che nei suoi confini e luoghi adiacenti. Infatti quando si chiede di cambiare anche il modo di esercitare la coltura agricola, si vuole sensibilizzare a non creare ragioni di vulnerabilità dell’area. «Legata, si legge nel documento regionale ad esempio, al rischio di messa a coltura dei lembi di bosco ancora presenti nelle aree più pianeggianti dei valloni, e problemi legati alle infiltrazioni di fertilizzanti e pesticidi usati in agricoltura all’interno dei corsi d’acqua presenti nei valloni». L’estensione della zona SIC “Valloni di Spinazzola” include tutto il Vallone dell’Ulmeta fino al recapito nel Canale del Locone; inoltre, comprende le seguenti vallecole: Valle dei Buffoni, Valle Cristovecchio, Boschetto Santa Maria, Verruca, Madonna del Bosco, Mare di Mantoia (5mila.493 ettari).Il tipo di vegetazione, importante, comprende quello dei querceti dell’Italia meridionale seppur considerata secondaria rispetto a quella dell’area dei Balcani. La prime dichiarazione in positivo sulla Zona Sic Valloni è espressa da Franco D’Amato presidente provinciale Federcaccia/Bat: «contrariamente a quello che si pensa di chi pratica la caccia, per noi la tutela del territorio è prevalente. Noi ci sentiamo guardiani dell’ambiente e lo abbiamo dimostrato con tante denuncie e attuando la rimozione di pericoli. La zona Sic Valloni è un vincolo che ci salva, senza dubbio, dall’assolto di eventuali istallazioni di torri eoliche che turbano i corridoi naturali dell’avifauna e possono influenzare sulla migrazione venatoria. Ma anche sulla struttura dell’ambiente, non tralasciando l’influenza dei rumori dei rotori sugli animali». Del resto le stesse direttive europee parlano chiaro circa la tutela delle aree protette. Che sia la fine di ogni avventura di aggressione al territorio, sin qui scongiurata, anche la zona Sic Valloni di Spinazzola? Tutto dipende dal rispetto dell’uomo a quanto lo circonda e Spinazzola non fa eccezione.

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