martedì 2 aprile 2013


Spinazzola. Negli uffici della Regione si torna ad analizzare l’AIA. Un nuovo incontro del tavolo tecnico e’ stato fissato per lunedì prossimo, 8 aprile
RIFIUTI A GROTTELLINE, CI RISIAMO
Riconvocato il tavolo tecnico per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale
di Cosimo Forina
In sordina, in barba alla convenzione di Aarhus che facilita e promuovere l'accesso all'informazione e alla partecipazione del pubblico, si torna a discutere della discarica da realizzare nel territorio di Spinazzola, a Grottelline: sito di interesse ambientale, paesaggistico, monumentale e archeologico. Tavolo tecnico convocato in Regione per il rilascio di una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) lo scorso giovedì, poi rimandato all’ 8 aprile. Dopo anni di litanie, volta faccia di politici, prima contrari poi favorevoli all’immondezzaio, memorie di computer spariti e faldoni dispersi nei meandri degli uffici, inchieste giudiziarie, sequestri e dissequestri dell’area, interrogazioni parlamentari, ci risiamo. Nonostante Spinazzola ha scelto di uscire fuori dal Bacino Ba/4 (200mila abitanti) a cui la discarica doveva essere asservita, per passare nell’abito della gestione rifiuti della Provincia Barletta-Andria-Trani. A non demordere le aziende che compongono l’Ati Tradeco-Gogeam (80% gruppo Columella srl e 20% gruppo composto dalla Marciagallia Spa 51% Cisa SpA 49%) che hanno vinto la gara indetta da Raffaele Fitto nel 2003, ex presidente della Regione Puglia, ed hanno attenuto la concessione nel 2006 per circa 20 anni dal Commissario Straordinario all’Ambiente, Nichi Vendola. Quella di “Grottelline” è una telenovela senza fine. Nell’ultima puntata pubblicata dalla “Gazzetta” si è scritto, oltre delle tante peripezie di cui sopra, che il faldone su Grottelline negli uffici della Regione era introvabile, tanto da doverlo ricostruire con la documentazione presente nel Comune di Spinazzola. E che un grande lago si era creato all’interno della cava proprio dove (foglio di mappa 142-particella 144) si è provveduto a coibentare con argilla e telo isolante. Particella non menzionata nel primo progetto sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, limitrofa al sito Neolitico scoperto dall’Università di Pisa nel 2004, che per alchimia pare non aumenti la volumetria dell’immondezzaio. Di tanto si è convinta la procura di Trani sulla base di quanto dichiarato dagli uffici regionali esercitando il primo dissequestro. Il perché si è formato il lago che si voleva svuotare, domandando l’autorizzazione anche alla Provincia Barletta-Andria-Trani da parte della Tradeco, richiesta respinta al mittente perché le carte non quadravano, e perché a mettersi di traverso è arrivato pure l’Ente Irrigazione Puglia e Lucania (Enpli) a salvaguardia della diga in cui l’acqua doveva essere convogliata, è stato ben spiegato più volte dal Comune di Poggiorsi. Città a confine con “Grottelline” avversa alla discarica. Puntuali le osservazioni inviate tanto in Regione che alla procura di Trani sulle gravi criticità idrogeologiche riscontrate nell’area. Per farla breve, sopra le buche vi è una lama e l’acqua che vi scorre e la solca da secoli a carattere torrentizio tracima finendo nella cava di tufo perché questa è stata nel passato mal coltivata. Acqua che passa vicino alle diverse grotte che caratterizzano la zona, tra cui una chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi, e come affermato dalla sovrintendenza che insieme all’Università di Pisa ha scoperto proprio li un sito Neolitico (VI millennio a.C.), è sempre servita ad approvvigionare i cavernicoli che nei millenni si sono insediati in modo stanziale. Una distrazione non da poco quella della presenza del corso d’acqua, quando si è deciso di individuare le cave in abbandono per realizzare il mega immondezzaio, nonché i diversi impianti per il trattamento dei rifiuti: biostabilizzatore, impianto della frazione umida, deposito del secco. Un dato che ora dovrà essere valutato nella sua complessità dai tecnici convocati in Regione, i quali non potranno non entrare nel merito delle varie varianti che si sono succedute rispetto al progetto originario approvato, nonché alla sua conformità nel rispetto delle direttive imposte dalla Comunità Europea. A quale conclusione si giungerà, difficile dirlo? Di certo vi è che il Comune di Spinazzola a mezzo del suo sindaco Nicola Di Tullio si è detto contrario alla discarica. Ed “inutile” la ritiene il presidente della Provincia Francesco Ventola. L’incognita che va oltre la volontà politica già nota, è quella di una eventuale relazione tecnica che potrà giungere in Regione redatta da parte degli uffici del Comune di Spinazzola. Al momento non risultano perizie su “Grottelline” dopo la scoperta del lago e l’ondata di piena dell’acqua che si è riversata dal promontorio murgiano direttamente nelle cave, ampiamente documentata fotograficamente. Nonostante questo sia stato oggetto di clamore, finanche riportato da emittenti televisive nazionali.

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