martedì 4 marzo 2014

AMBIENTE
Le discariche abusive
A POCA DISTANZE DALLE CASE
In un sito a pochi chilometri dal centro abitato scoperte latte ancora sigillate contenenti un potente insetticida liquido
ABBANDONATI
Dalle varie ammaccature che presentano i contenitori è desumibile che questi siano stati lanciati nel fossato dove ora sono collocati
LA TERRA DEI FUOCHI? A SPINAZZOLA
Nelle cave dismesse si trovano lastre e rifiuti pericolosi, nocivi e tossici
di Cosimo Forina
Spinazzola-Cumuli di lastre di eternit ovunque, rifiuti di vario genere ed altri classificabili come pericolosi, nocivi e tossici. Anche Spinazzola ha una sua “terra dei fuochi”. Un sito a pochi chilometri dal centro abitato. La segnalazione arrivata alla “Gazzetta” questa volta ha dell’incredibile. Perché ad allarmare in modo particolare nella discarica abusiva a cielo aperto sono latte ancora sigillate contenenti ognuna cinque litri di un potente nematocida insetticida liquido, molto tossico: si tratta dell’Eprosip®E prodotto dalla Bayer CropSceinze Spa. Utilizzato in diverse colture. Nell’area di questo terreno costretto allo scempio si avverte uno strano odore che subito produce sensazione di vertigini che potrebbe provenire dai contenitori o anche da altro. Tutt’intorno case costruite dalla riforma fondiaria degli anni cinquanta in abbandono. Anche su queste si è abbattuta la mano distruttrice che ha dissacrato ogni cosa. Un luogo isolato, non privo però di frequentazioni. I campi tutti intorno sono regolarmente coltivati. Come ad affermare che il getto del materiale pericoloso non può essere passato inosservato. Alcune costruzioni, ripari e capannoni nell’area, anche questi con il tetto in eternit sono crollati. Collassati nel tempo frantumandosi rovinosamente. Chi a più riprese ha destinato a discarica il luogo, buttandoci di tutto, lo ha fatto contando di restare impunito perché a prevalere sarebbe stata, come lo è stata, l’omertà. Il colpevole silenzio di chi voltandosi dall’altra parte è entrato a pieno titolo a far parte della metafora delle tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”. Ma torniamo alle latte di veleno che più di altro colpiscono nella loro presenza. Su ognuna di queste è riportato l’avvertimento della loro elevata tossicità. L’impiego è consentito esclusivamente a personale qualificato munito di patentino. Ed ancora: “Rischio di intossicazione mortale per inalazione, per ingestione o per contatto con la pelle”. Con le fotografie della confezione abbiamo cercato di capirne di più. Nella scheda del prodotto presente su internet la Bayer consiglia: prudenza nel suo uso ed invita a conservare il prodotto sotto chiave fuori dalla portata dei bambini, lontano da alimenti e da bevande. Altro che sotto chiave! Durante l’impiego nei campi del prodotto appropriatamente diluito non si può mangiare, bere, né fumare. “Per il contatto con la pelle, si avverte, è necessario togliersi di dosso gli indumenti contaminati e lavarsi abbondantemente con acqua e sapone. Anche il suo utilizzo va effettuato con indumenti idonei e mani protette da guanti”. Tra le attenzioni essenziali: “non contaminare l’acqua con il prodotto e suo contenitore”. Ed invece a scorrere a pochi metri dai fusti vi è proprio un corso d’acqua ed un piccolo invaso che lo alimenta. Il perché ci si è liberati di quella quantità di insetticida, almeno una quindicina di latte, ponendo a rischio di contaminazione una intera area difficile dirlo. Cosa invece certa sono i danni ed i pericoli all’ambiente e all’uomo che può determinare. Dalle varie ammaccature che presentano i contenitori è desumibile che questi siano stati lanciati nel fossato dove ora sono collocati. Con il rischio che qualche confezione si sia di già potuta rompere o che con il passare del tempo non tenga facendo fuoriuscire quanto racchiuso. Come a tal proposito influenti potrebbero essere i fattori atmosferici come sole, pioggia, gelo. Quali le possibile conseguenze sull’uomo? A descriverle è sempre la Bayer nelle informazioni riservate ai medici che vengono cosi elencate: “colpisce il SNC (Sistema Nervoso Centrale ndr) e le terminazioni parasimpatiche, le sinapsi pregangliari, le placche muscolari. Sintomi muscarinici (di prima comparsa): nausea, vomito, crampi addominali, diarrea. Broncospasmo, ipersegrezione brochiale, edema polmonare. Visone offuscata, miosi. Salivazione sudorazione. Bradicardia (incostante). Sintomi nicotici (di seconda comparsa): astenia e paralisi muscolari. Tachicardia, ipertensione arteriosa, fibrillazione”. Per i sintomi centrali: “confusione, atassia, convulsione, coma”. A causare la morte generalmente è l’insufficienza respiratoria. Ed ancora: “alcuni esteri fosforici, a distanza di 7-15 giorni dall’episodio acuto, possono provocare un effetto neurotossico ritardato (paralisi flaccida, in seguito spastica, delle estremità)”. La terapia è indicata con atropina ad alte dosi fino a comparsa dei primi segni di antropizzazione e deve essere subito somministrata la pralidossina. Cosi come va consultato un Centro Antiveleni. In buona sostanza in prossimità del centro abitato, pochi chilometri non rappresentano una distanza insormontabile per delle particelle sospinte dal vento, qualcuno ci ha messo una bomba ecologica ed ora ad altri toccherà disinnescarla.

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