lunedì 28 aprile 2014

ROMA CHIAMA PUGLIA
UNA GIORNATA STORICA
IL LEGAME
I due vicari di Cristo elevati ieri agli onori degli altari hanno particolarmente inciso nella storia della città
LE INIZIATIVE
Il papa che fermò la guerra nucleare e il papa che riscoprì la spiritualità e l’impegno riformatore di Innocenzo XII
SPINAZZOLA E I «SUOI» PAPI SANTI
Un rapporto speciale dai missili sulla Murgia all’anniversario di Innocenzo XII
di Cosimo Forina
I due Papi Santi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e il legame con la città murgiana che diede i natali ad Antonio Pignatelli, salito al soglio pontificio con il nome di Innocenzo XII. I vicari di Cristo elevati ieri agli onori dell’altare hanno particolarmente inciso nella storia della città. Una storia, nel caso di Giovanni XXIII, forse per taluni aspetti dimenticata, sottovalutata, nascosta e sottaciuta sul pericolo distruttivo accorso verso popolazioni ignare. Ecco le ragioni di questo legame. Di Karol Wojtyla per Spinazzola resterà, come per tutta la diocesi Altamura- Acquaviva delle Fonti, il prezioso orientamento espresso nella sua lettera inviata al vescovo Mario Paciello il 29 giugno del 2000, anno del grande giubileo, in occasione del trecentesimo anniversario dalla morte di Innocenzo XII. Sollecitazione oggi ancora più attuale che mai, visto che la città si appresta il prossimo anno a celebrare il IV centenario dalla nascita di Antonio Pignatelli (Spinazzola 13 marzo 1615-2015). Questi alcuni stralci di quel messaggio. Scriveva Papa Wojtyla: «La significativa ricorrenza costituisce occasione quanto mai opportuna per porre in evidenza la forte personalità spirituale, umana ed ecclesiale di questo mio venerato Predecessore, la cui opera a servizio della Chiesa e della società del XVII secolo fu costantemente ispirata a saldezza di principi, coraggio nelle riforme, sensibilità verso le fasce sociali più deboli e prudenza pastorale».
Ed ancora: «La riscoperta e l’approfondimento della dottrina, della spiritualità e dell’impegno riformatore di Papa Innocenzo XII possono costituire un forte stimolo per l’opera della nuova evangelizzazione, alla quale è chiamata anche codesta Diocesi, che si onora di annoverarlo tra i suoi figli più illustri». «L'Anno Santo - proseguiva Giovanni Paolo II - non interessa soltanto la vita intra-ecclesiale, ma comporta significativi risvolti sul piano sociale e civile. Come ho ricordato nella menzionata Lettera Apostolica, l’Anno Giubilare annovera fra i suoi scopi quello del ripristino di condizioni sociali eque e giuste. Non si muovono forse su questa linea gli esempi e gli insegnamenti lasciati da Papa InnocenzoXII?». Passaggio straordinario di quel documento, guida per la città, anche queste riflessioni: «La riscoperta dell’eredità spirituale, culturale e sociale di Papa Pignatelli non mancherà di contribuire a rendere più forte la vostra comunione ecclesiale, più incisivo l’annuncio di Cristo unico Salvatore dell’uomo e più coraggiosa l’azione di solidarietà. A trecento anni dalla sua morte, la spiccata personalità e il generoso ministero ecclesiale di Papa Pignatelli vi spingono ad affrontare con coraggio e fiducia le grandi sfide del terzo millennio».
Uno sprone basato essenzialmente sull’attenzione all’uomo ed in particolare verso i più deboli, cuore tanto del pontificato di Innocenzo XII, attuale esempio di Papa Francesco. Ripercorrendo la storia, Spinazzola di certo non può dimenticare di essere stata terra di difesa e di offesa, quando nella sua base americana, all’inizio degli anni Sessanta, ospitò tre testate di missili nucleari Jupiter,
rischiando con la crisi di Cuba detta della «Baia dei Porci» intercorsa tra Usa guidata da John F. Kennedy e Urss con Anatoly Krasikov di essere annientata.
A salvare il mondo, quando si era ad un passo da una distruttiva terza guerra mondiale che avrebbe visto la Murgia bersaglio, anche l’intervento di Papa Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII, il pontefice che parlava al cuore della gente. Il 25 ottobre 1962 da Radio vaticana Roncalli si rivolse «a tutti gli uomini di buona volontà» in lingua francese, con un messaggio già consegnato agli ambasciatori degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica: «Alla Chiesa sta a cuore più d’ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questi beni. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di coloro che portano la responsabilità del potere. Oggi noi rinnoviamo questo appello accorato e supplichiamo i Capi di Stato di non restare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze. Continuino a trattare. Sì, questa disposizione leale e aperta ha grande valore di testimonianza per la coscienza di ciascuno e in faccia alla storia. Promuovere, favorire, accettare trattative, ad ogni livello e in ogni tempo, è norma di saggezza e prudenza, che attira le benedizioni del Cielo e della terra». Per queste parole, fu la pace. Con lo smantellamento di tutte le basi con testate nucleari a partire da quella di Spinazzola. A cui seguì la lettera apostolica «Pacem in Terris», vitale per la teologia cattolica sul versante della socialità e della vita civile. Piace ricordare anche da questo tratto di terra di Murgia i due pontefici che hanno commosso il mondo e che il mondo ha riconosciuto grandi in vita e voluti Santi.

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