mercoledì 11 giugno 2014


NORDBARESE PRIMO PIANO
AMBIENTE
L’ASSALTO ALL’ALTA MURGIA
Dalle viscere della terra rifiuti in gran quantità sul sito dove la Regione vuole realizzare una discarica
Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Infruttuoso un altro scavo nel 2010
UNA MONTAGNA DI RIFIUTI SCOPERTA DALL’ANTIMAFIA
A Grottelline (Spinazzola) scatta il terzo sequestro giudiziario
di Cosimo Forina
Sigilli a Grottelline, si continua a scavare. E viene alla luce una montagna di rifiuti pericolosi. Le cave affidate dal governatore Nichi Vendola per 17 anni all’Ati Tradeco-Gogeam (Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia spa e 49 per cento Cisa Spa) sono da giorni una miniera di veleni.
Le indagini sono condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dott. Renato Nitti, affidate al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Bari. Ad operare con sofisticati rilevatori gli uomini delle stazioni del Corpo Forestale di Bari e Cassano delle Murge. Al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. I rifiuti, utilizzando uno escavatore, sono stati ritrovati a soli pochi metri da dove la Procura di Trani, pm Michele Ruggiero nel 2010 aveva disposto accertamenti in seguito alla segnalazione di un cittadino che alla “Gazzetta” aveva raccontato di materiale interrato ed in particolare di origine ospedaliera.
Il testimone dopo l’esito negativo delle ricerche era stato dichiarato inattendibile rischiando di essere querelato dai gestori dell’area .
Il Comando Forestale ha cosi in sintesi al momento fatto conoscere l’esito delle operazioni in corso: “La scoperta è avvenuta a seguito di uno scavo disposto dalla Procura di Bari dopo che alcuni rilievi effettuati con strumentazione geomagnetometrica avevano evidenziato delle anomalie del terreno, ben localizzate, che facevano presumere la presenza di rifiuti interrati. I rilievi sono stati effettuati grazie all’aiuto di una strumentazione in dote al C.F.S., all’uopo convenzionato con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che permette di riscontrare la presenza a determinate profondità del sottosuolo di materiale ferroso. Lo scavo ha portato alla luce miscele di rifiuti consistenti in batterie per autovetture, catrame di carbone, miscele bituminose, scorie di cemento e mattoni, pneumatici fuori uso, ecc., per un totale di decine di tonnellate, risalenti a varie annualità. Il terreno, di proprietà privata, è stato posto sotto sequestro, mentre continuano le rilevazioni da parte del Corpo Forestale, sotto le direttive della Distrettuale Antimafia di Bari. L’operazione si inquadra in un più generale contesto investigativo in corso a cura del Comando provinciale del C.F.S. di Bari su delega della stessa D.D.A. barese”.
Un enorme movimento terra all’interno delle cave. Nel 2007 prima dei lavori iniziati dalla Gogeam-Tradeco l’area interessata dal ritrovamento risultava, come dimostrano le fotografie che qui pubblichiamo completamente libera, mentre una enorme quantità di “terreno” era ben visibile nella parte centrale delle cave. Il secondo con il tempo è stato totalmente rimosso, mentre su gran parte della particella 11 del foglio di mappa 142 oggetto dell’indagine della Procura Antimafia e spuntato terreno che ha rimodellato completamente la cava. Ed li che il testimone indicava i suoi sospetti, ed li che quanto sfuggito ad altri è stato invece ritrovato dagli uomini del Comando Forestale, probabilmente grazie alla loro sofisticata attrezzatura.
La storia infinita di Grottelline continua questa volta con pericolosi risvolti. Molti i quesiti che ovviamente si aggiungono a quanto già avvenuto in questi anni. A partire da chi doveva controllare l’area interessata alla realizzazione della discarica, chi dopo ne è stato nominato custode durante il sequestro della Procura di Trani e perché il traffico di rifiuti non è fin qui emerso. Centinaia di tonnellate. Sul piano amministrativo intanto continua l’opposizione da parte dei Comuni di Spinazzola e Poggiorsini con ricorsi al Tar del Lazio e di Bari contro gli atti di imperio della Regione che si ostina a volere “Grotelline” nel suo piano rifiuti, nonostante le osservazioni avanzate
sulle criticità idrauliche e idrogeologiche dell’area . I nuovi sigilli scattati per i rifiuti tombati adombrano maggiormente questo affare che ha registrato di tutto: dalla sparizione dei documenti, dei faldoni, della memoria del computer che conteneva i dati di Grottelline in Regione, varianti approvate in tutta fretta. L’intreccio con il caso dell’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco accusato di aver favorito nell’appalto del rifiuti ospedalieri la società Vi.Ri. dei Columella. Ma anche il suo interessamento affinché l’iter di Grottelline proseguisse superando gli ostacoli.
Sui rifiuti che probabilmente continueranno ad emergere dal sottosuolo la Procura Antimafia ha intanto disposto analisi, mentre i cittadini di Spinazzola e Poggiorsini chiedono di porre fine all’assalto del territorio. Ora ancor più fortemente segnato, offeso e vilipeso, nonostante la sua valenza, da quello che la terra sta restituendo.

LE PRIME REAZIONI
Tarantini (Legambiente): .«Serve un piano di recupero». Zullo (FI): «Una storia triste»

Rifiuti tombati a Grottelline dure le reazioni che si vanno registrando. Francesco Tarantini presidente Legambiente Puglia che proprio oggi si appresta a presentare il Rapporto Ecomafie 2014 - I numeri e le storie della criminalità ambientale in Puglia: “Attendiamo di conoscere la natura dei rifiuti interrati e intanto ribadiamo il nostro secco ‘no’ all’ipotesi di realizzare una discarica in un’area storica e naturalistica come quella di Grottelline. Urge la caratterizzazione e la messa in sicurezza dei siti e un intervento istituzionale teso a bonificare e valorizzare la zona. Nel ribadire il nostro secco ‘no’ all’ipotesi di realizzare una discarica a Grottelline, chiediamo alla Regione Puglia di tener conto delle osservazioni da noi avanzate sulle criticità idrauliche, nell’ambito del procedimento VIA, presenti in un’area che invece merita di essere studiata e valorizzata e non seppellita sotto i rifiuti”. Ferma condanna ed indice puntato contro Nichi Vendola da parte della opposizione.
Così Ignazio Zullo capogruppo Pdl-Fi ieri mattina nella massima assise regionale: “Nel Piano regionale dei rifiuti è stato inserito il sito delle cave di Grottelline come discarica, tra la preoccupazione dei cittadini per il pericolo di rifiuti pericolosi interrati. Eppure, non era Vendola ad abbracciare la filosofia “rifiuti zero, zero discariche?”. “Nel sito di Grottelline – ha affermato l’esponente di Forza Italia - già interessato dall’azione della magistratura, incombe il giustificato sospetto che sia stato utilizzato per rifiuti pericolosi. Una triste storia di inefficienze regionali che hanno smentito le promesse vendoliane che, se mantenute, non avrebbero potuto che incontrare il nostro favore.
Il punto, però, è che risulta impossibile parlare di rifiuti zero quando la raccolta differenziata in Puglia è ferma e l’ecotassa continua ad insistere sui Comuni con i cittadini a farne le spese come sempre. Fin dal febbraio 2007, Vendola lanciò una scommessa per la Puglia: accantonare l’idea che dai rifiuti potesse prodursi energia, con la termovalorizzazione, puntando sul recupero di materie. Questa è stata, con ogni evidenza, una scommessa persa considerando anche gli obiettivi di raccolta differenziata prefissati e mai raggiunti. Per coerenza al “Vendola pensiero” sarebbe stato opportuno eliminare dal Piano discariche come quella di Grottelline e Corigliano. Invece, il filo rosso è come sempre l’inefficienza di questo governo: sullo sfondo, infatti, c'è pure la mancata attuazione della legge regionale 24/2012 con la disomogenea realizzazione degli Aro sul territorio ed il mancato avvio di gare uniche per ambito territoriale ottimale di raccolta”.

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