venerdì 7 novembre 2014


STORIA E SOCIETÀ
PAPA INNOVATORE E IL GESUITA IN CINA

DECISIONE CORAGGIOSA
Spinazzola sta celebrando Antonio Pignatelli, il papa che sradicò il nepotismo dal soglio pontificio

MISSIONARIO POLIGLOTTA
L’opera di Michele Ruggeri in Estremo Oriente fu facilitata dalla sua predisposizione ad imparare le lingue

Da Innocenzo XII a Michele Ruggeri
Spinazzola, la città celebra i suoi figli più illustri


Spinazzola tramite i suoi figli più illustri può dirsi città per la cristianità nel mondo e dell’apprendimento linguistico. Non è questa una esagerata lettura del piccolo centro murgiano incastonato tra la Puglia e la Basilicata. Da questa realtà nei secoli, sorprenderà i più, la fede ha effettivamente raggiunto gli angoli più remoti del globo. Non solo perché qui è venuto alla luce Antonio Pignatelli (Spinazzola 13 marzo 1615-Roma 27 settembre 1700) salito al soglio pontificio con il nome di Innocenzo XII, di cui nel 2015 ci si appresta a celebrare il quattrocentesimo anno dalla nascita. Papa riformatore della Chiesa che abolì il nepotismo.
UN RELIGIOSO AI CONFINI DEL MONDO
Ma anche perché Spinazzola ha dato i natali a Michele Ruggeri (Spinazzola 28 ottobre 1543-Salerno 11 maggio 1607) missionario gesuita, primo sinologo d’Europa ad aver raggiunto la Cina, averla in parte attraversata, imparato a comprendere, parlare, leggere e scrivere la complessa lingua del mandarino usata da letterati, nobili, magistrati in tutto l’impero. Ed a pochi è certamente noto che il primo Catechismo (Ttienciu Sce-lu) scritto e stampato in cinese (novembre 1584) ad opera di un occidentale è stato uno degli scritti del gesuita Ruggeri a cui erano allegati i dieci comandamenti.
Sempre a Ruggeri è altresì attribuita la traduzione e diffusione nella terra del Celeste Impero del Padre Nostro, Ave Maria e Gloria. Tra pochi giorni oltre a ricorrere l’anniversario dalla sua nascita,
battezzato con il nome di Pompilio nella città all’epoca del Regno di Napoli che contava 311 fuochi, 1500 abitanti, acclusa alla diocesi di Venosa, ricorreranno anche i quattrocentotrenta anni dalla pubblicazione del Catechismo stampato nella sua prima edizione in soli 1500 esemplari, di cui una preziosa copia è conservata a Roma. Sebbene più noto tra i missionari giunti in Cina con Michele Ruggeri è Matteo Ricci di origine marchigiane, la Chiesa ha iniziato per il secondo da tempo il processo di beatificazione, figura più nota nella stessa Cina, i due insieme giunsero a Zhaoqing città da dove poi Ruggeri cercò, con non pochi ostacoli ma anche con grande accoglienza della popolazione di giungere a Pechino. Entrambi fratelli dello stesso ordine gesuita fondato da Ignazio di Loyola, la Compagnia di Gesù, con altri undici missionari erano partiti da Lisbona il 24 marzo 1578 per raggiungere l’India. Un viaggio avventuroso durato sei mesi, con la circumnavigazione dell’Africa, conclusosi nel porto di Goa. Dal grande seminario di San Paolo, Ruggeri venne inviato dal provinciale dell’India padre Vincenzo Ruiz a raggiungere altro confratello nel Malabar, attuale stato del Tamil-Nada. Ed anche qui si esercitò nell’apprendere la complessa lingua locale.
DA L L’INDIA A MACAO
Questa sua capacità venne ben presto notata, tanto che a sorpresa il 12 aprile 1579 ebbe ordine dai suoi superiore di partire per Macao, emporio portoghese, per essere mandato in Cina. La conoscenza della lingua era essenziale per assolvere al compito dell’evangelizzazione e li dove altri missionari avevano rinunciato Ruggeri vi riuscì creandosi un proprio metodo di comprensione del tutto originale. Ripreso secoli dopo dal pedagogista belga Ovidio Decroly per diffondere l’apprendimento linguistico. Ruggeri caposcuola filologico. Il missionario spinazzolese infatti, con l’ausilio di un pittore locale suo amico per l’apprendimento associava la figura disegnata (esempio: cavallo) all’ideogramma cinese corrispondente, aggiungendo la romanizzazione italiana del suono.
Nel metodo Decroly-globale alla figura è associata la lettera iniziale del nome in carattere maiuscolo e minuscolo e la scrittura di tutto il nome. Tale metodo è diffuso in tutte le scuole del mondo ove le lingue sono basate sull’alfabeto. L’affinità dei due metodi parte dalla stessa intuizione, quello dell’associazione della figura per l’apprendimento linguistico. In questo modo, il nostro Ruggeri, acquisì cognizioni di 15 mila ideogrammi dei 60-80 mila che compongono l’idioma mandarino, grazie ai quali non solo poté confrontarsi con i nobili ed essere accettato da questi, ma diffuse il vangelo e battezzò diverse famiglie, fondatori delle prime comunità cristiane in terra cinese.
RELIGIOSO MA ANCHE POETA E SCRTTORE
Complessa, straordinaria la storia personale e quella del missionario Michele Ruggeri: poeta, scrittore, dottore in diritto canonico, fondatore di una scuola per l’apprendimento della lingua cinese per stranieri, la Shengma’erding Jingyuan (la casa di San Martino), ma anche autore dell’Atlante della Cina. Nel novembre del 1588 Ruggeri viene inviato a Roma per sollecitare il Papa affinché si provvedesse un’ambasceria pontificia al fine di ottenere per i missionari il permesso di soggiornare
nell’Impero. Un progetto che per il susseguirsi di Papi non fu possibile perseguire. Ruggeri ritiratosi a Salerno, non senza amarezza, dopo i dieci anni trascorsi in Cina, riprese il suo lavoro intellettuale
per rendere più nota in Europa la cultura cinese. Sua la traduzione latina dei Quattro libri (classici testi cinesi sull'introduzione alla filosofia di Confucio), come poesie in cinese e la diffusione delle carte geografiche la cui raccolta e pubblicazione è stata curata solo nel 1993 da Eugenio Lo Sardo (Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato). Il manoscritto originale dell’Atlante della Cina datato 1606 è conservato nella Biblioteca dell’Archivio di Stato di Roma. Spinazzola e la Cina dovrebbero sentirsi più vicine grazie alla figura del gesuita Michele Ruggeri così come lo sono le Marche con Matteo Ricci. Sebbene ancora è tutto molto difficile per la Chiesa cattolica nominare i propri vescovi in Cina. La figura del gesuita Michele Ruggeri incarna quell’essenza che papa Francesco ha rivolto nel suo messaggio al Congresso internazionale sulla Catechesi organizzato nell’Anno della Fede: “La catechesi è un pilastro per l’educazione della fede, e ci vogliono buoni catechisti!”; e per esserlo bisogna “ripartire da Cristo”, che significa “non aver paura di andare con Lui nelle periferie”. E citando Benedetto XVI: “La Chiesa non cresce per proselitismo ma per testimonianza”. Lo spinazzolese Ruggeri è stato testimonianza di fede, pur oggi ancora poco conosciuto, la sua vita patrimonio non solo del territorio che ne diede i natali, egli seppe giungere, oltre quattro secoli fa, oltrepassando i confini del Celeste Impero, nel cuore della gente di Cina