martedì 5 maggio 2015

AMBIENTE
Spinazzola “La terra dei fuochi”
IL SILENZIO
La scoperta dei rifiuti pericolosi fu effettuata dalla Forestale all’inizio di giugno 2014
GROTTELLINE,PREOCCUPANO I RIFIUTI “TOMBATI” NELLA CAVA
Enigmatico il “disinteresse” mostrato dai sindaci interessati
Cosimo Forina
Grottelline a quando la verità sulle tonnellate di rifiuti pericolosi “tombati” nella cava che si vuole adibire a discarica da parte della Regione Puglia, scoperti dagli uomini del Comando del Corpo Forestale dello Stato di Bari e Cassano su mandato del pm Renato Nitti della procura antimafia di Bari?
Questi sono o no un rischio sulle matrici ambientali?
E perché i sindaci di Spinazzola, Nicola Di Tullio e di Poggiorsini, Michele Armienti pur rivestendo ruolo di autorità sanitaria non sembrano intervenire sulla vicenda? Su Di Tullio c’è stata nei mesi scorsi la pressione dagli uffici dall’assessorato all’ambiente retto da Lorenzo Nicastro per destinarlo come esecutore della bonifica nonostante l’area del ritrovamento è ancora sottosequestro. Non un punto qualunque. In parte della particella 11 del foglio di mappa 142 del Comune di Spinazzola che con altra, la particella 143 è sempre stata nella piena disponibilità della Tradeco fin dal 1989. Società intestataria la Ecospi che da misura camerale è in quota alla famiglia Columella.
Quelle due particelle in modo sartoriale furono destinate dall’amministrazione Comunale di Spinazzola nel 1990 (Pci-Dc) ad immondezzaio. Una superficie che negli anni si estesa a tutta la cava ed ai terreni attigui con l’idea di realizzare un mega immondezzaio e impianti di trattamento da destinare a 200mila abitanti. Mentre in altro “buco” confinante, sempre la Tradeco, intendeva realizzare altra pattumiera di rifiuti speciali. In buona sostanza mentre l’iter amministrativo fa registrare un andirivieni di documentazione tra l’Ati Tradeco-Cogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa) subentrato alla sola Tradeco che non intende mollare la realizzazione concessa da Nichi Vendola e gli Enti territoriali, associazioni ambientaliste la contrastano, tutti sembrano aver dimenticato i rifiuti “tombati”.
Rinvenuti in una particella “sconvolta” dall’arrivo di migliaia di metri cubi di terreno sin dai primi lavori dopo la firma del contratto tra Vendola e l’Ati Tradeco-Cogeam. In particolare prima e dopo il primo sequestro da parte della procura di Trani in seguito ad anomalie riscontrate nel progetto. I rifiuti dalla Forestale sono stati scoperti all’inizio di giugno del 2014 e si è tentato da parte della Regione, altro paradosso, di farli passare per quelli urbani che in una emergenza il Comune di Spinazzola aveva fatto allocare, sempre alla Tradeco, temporaneamente nel 1995 nella cava di Grottelline. Società che per ordinanza sindacale aveva l’obbligo di rimuoverli quei rifiuti vent’anni fa.
Quanto scoperto dagli uomini della Forestale è purtroppo di ben altra natura, occultati sotto metri di terra li dove dalla documentazione fotografica risultava essere area libera. Grotteline è saga infinita caratterizzata dalla consegna del silenzio rotto solo quando a parlare dei rifiuti “tombati” ci si messo un cittadino recentemente scomparso, il quale denunciò la loro presenza alla “Gazzetta”. Da quelle rivelazioni segui una ricognizione dei carabinieri del Noe su mandato della Procura di Trani, i rifiuti non furono trovati e il testimone per questo dichiarato inattendibile. Poi sono saltati fuori con le indagini dell’antimafia di Bari. Gli uomini del Corpo Forestale hanno portato a termine il lavoro investigativo.
Le indagini hanno delineato un quadro chiaro della vicenda supportato da documentazione e rilievi trasmessi nelle mani del magistrato. Presto potrebbero giungere sue decisioni. Magari prima del cambiamento dei vertici regionali, date le imminenti elezioni del rinnovo del Consiglio, che su “Grottelline” comunque dovrà rispondere quanto meno politicamente per aver insistito nella sua trasformazione in immondezzaio.
Nonostante l’interesse archeologico, naturalistico, monumentale, paesaggistico del sito. Altra anomalia proveniente dalla Regione di questa vicenda il disinteresse continuo della commissione ambiente regionale presieduta da Filippo Caracciolo (Pd) sollecitata più volte con richiesta di una audizione sulle idoneità di Grottelline dal consigliere Ruggiero Mennea (Pd).
Grottelline “terra dei fuochi” se non è così qualcuno lo dimostri apertamente alla popolazione.

Nessun commento:

Posta un commento