domenica 20 settembre 2015


Da lastampa.it
SALVAGUARDARE LA STORIA MILLENARIA DI GROTTELLINE DALLA DISCARICA
di Cosimo Forina
La località “Grottelline” di Spinazzola (Bt), 6800 abitanti, a tre chilometri da Poggiornini (Ba), 1450 abitanti, dovrebbe essere solo nota per le sue peculiarità. Nelle lame che solcano il territorio insediamenti rupestri testimoniano la presenza dell’uomo in forma stanziale in modo ininterrotto da migliaia di anni. Dal trogloditismo civile a quello sacro con una chiesa rupestre a croce greca con cinque absidi. Passando dal Neolitico, all’età del Bronzo, Impero Romano con il tracciato della via Appia e tutto l’arco del Medioevo in particolare con i Templari. Documentata la loro presenza sin dal 1097 nel Casale Grottellini, monumento di grande interesse è tutelato ai sensi della legge 1089 del 1939. Rilevante anche la masseria Salomone del XVI-XVII secolo.
Sebbene due grosse cave in abbandono da cui è stato estratto tufo hanno sconvolto l’integrità dei luoghi, ferite insanabili, ovunque prevale vegetazione spontanea tipica della fascia pedemurgiana.

Qui nidifica il falco lanario (Falco biarmicus) specie superprotetta dalle direttive dell’Unione europea. Ebbene in disprezzo ad ogni logica questo lembo di terra è stato destinato per realizzare, utilizzando le cave, una discarica con annessi impianti di trattamento dei rifiuti. Una storia controversa.
A scegliere il sito il Comune di Spinazzola nel 1990 amministrazione Pci-Dc, tre mesi prima della delibera a comprare le due particelle individuate nel progetto è la società Ecospi, riconducibile al patron dei rifiuti in Puglia, Carlo Dante Columella società Tradeco che ad Altamura per vent’anni ha gestito altra discarica.

L’immondezzaio a Grottelline resta in stand bay sino al 2003 quando finisce nel Piano regionale dei rifiuti del presidente Raffaele Fitto. Nel 2004-2005 la Soprintendenza della Puglia affida a Renata Grifoni Cremonesi, professore di Paleontologia presso l’Università degli Studi di Pisa, due campagne di scavi che portano alla luce un sito neolitico del VI millennio a.C. a ridosso delle cave.

Ma questo non ferma la scelta dell’ubicazione della discarica passata a dover asservire un Bacino di 200mila abitanti. Ed infatti nel 2006 Nicola Vendola nuovo presidente della Regione Puglia firma il contratto di gestione dell’immondezzaio con l’Ati Tradeco-Cogeam (Gruppo Columella per la Tradeco, al 51 per cento Marcegaglia SpA e 49 per cento Cisa Spa). Nel 2007 partono i lavori subito fermati dalla Procura di Trani che pone sotto sequestro l’area per irregolarità del progetto.
Un secondo sequestro arriva nel 2010 perché viene denunciato da un testimone l’interramento nella cava di rifiuti pericolosi che non vengono però trovati dai carabinieri del Noe e convincono i giudici a dissequestrare. Salteranno fuori solo nel 2014 “tombati” a dieci metri sotto terra quando ad intervenire è la direzione distrettuale antimafia di Bari, pm Roberto Nitti. Indagine affidata agli uomini del Corpo Forestale di Bari e Cassano. Anni non semplici quelli trascorsi. Dall’assessorato all’ambiente della Regione Puglia retto da Michele Losappio sparisce la memoria del computer che conteneva i dati di Grottelline.

Poi anche i faldoni quando l’assessore è Lorenzo Nincastro.

Ed intanto li dove si era iniziato a coimbentare la cava si crea un grande lago per l’acqua che tracima discendendo dalla Murgia. La società chiede ed ottiene una prima variante al progetto perché solo in corso d’opera si accorge di aver previsto gli impianti perpendicolarmente alla chiesa rupestre. Se non bastasse arrivano le denunce della Lipu e di Legambiente con osservazioni inerenti: il rischio per la fauna, il progetto, il rischio idrogeologico e idraulico della zona.

Ma tutto resta inascoltato. Anche il Parco Nazionale dell’Alta Murgia chiede la valutazione di incidenza che non viene ritenuta necessaria dal tavolo tecnico della Regione Puglia.

Ad insorgere le due città che incassano il no alla discarica dalla Provincia di Barletta-Andria-Trani, dei sindaci del territorio, dell’Oga, a cui si aggiungono interrogazioni parlamentari al governo italiano e in Commissione europea. Il sindaco Michele Armienti della piccola città di Poggiorsini si affida a Michele Emiliano prima della sua candidatura a presidente della Regione nominandolo tutore del sito di Grottelline.

Emiliano annuncia che se sarà eletto: “la discarica a Spinazzola non sa da fare”, poi però diventa irraggiungibile e Armienti per avere notizie è costretto a scrivergli.

A farsi notare anche il neo assessore regionale all’ambiente Domenico Santorsola il quale con il funzionario regionale Antonello Antonicelli che in questi anni ha curato tutto la faccenda della discarica si invita a colazione dal sindaco di Spinazzola Nicola Di Tullio a cui chiede di diventare favorevole all’immondezzaio in cambio di promesse di ristoro ambientale. “Proposta respinta, afferma Di Tullio, senza appello”. Ma basterà per salvaguardare la Storia millenaria di Grottelline?


Link:
http://www.lastampa.it/2015/09/15/blogs/culturanatura/salvaguardare-la-storia-millenaria-di-grottelline-dalla-discarica-rBtxkyH7KbxI6cFyMiFabJ/pagina.html